Catania, alla scoperta del Piano segreto dei Benedettini

Catania, alla scoperta del Piano segreto dei Benedettini

CATANIA – L’Associazione Officine culturali dà il via ad un progetto messo in cantiere per due lunghi anni dopo i quali vede la luce e prende corpo un percorso storico-culturale unico nel suo genere e curato nei minimi dettagli: “Il piano segreto dei Benedettini”, un affascinante e suggestivo viaggio serale tra le mura del monastero che dona la rara opportunità di abbracciare quasi per intero uno dei plessi monastici più grandi d’Europa e che si svolge, per il momento, una volta al mese.

L'immagine è tratta dall'archivio di officine culturali scattata da Salvo Puccio

Foto chiostro di Ponente tratta dall’archivio di officine culturali scattata da Salvo Puccio

Claudia Cantale, responsabile comunicazione racconta: “Noi abbiamo avuto la grande occasione di avere tutte le chiavi del monastero e di poterlo concretamente conoscere per intero. La prima volta che abbiamo visto la parte relativa al Cinquecento cioè quella del deposito dei libri con le stanze che si sono conservate quasi perfettamente almeno nella parte della pavimentazione, abbiamo pensato di non poterlo vedere solo noi. Perché soltanto pochi devono vedere?”.

Biblioteca scienze dell'antichità

E da quella domanda è nato questo percorso costruito con grandi sacrifici ma che ha permesso l’apertura di aree fino a poco tempo fa inaccessibili al pubblico.

Il visitatore, munito di caschetto antinfortunistico e dotato di discreta elasticità fisica, da ascoltatore passivo della storia monastica si trasforma in protagonista attivo di un viaggio alla scoperta dei misteriosi e intriganti luoghi vissuti un tempo dai famosi monaci benedettini.

Refettorio

Durante il tragitto Nicola Caruso, nostra guida nonché gestore dell’archivio della fabbrica, afferma: “Rispetto agli altri ambienti più conosciuti e sontuosi dei Benedettini questo nuovo percorso più modesto, meno eccentrico, crea l’impressione in ognuno di noi di essere l’artefice delle scoperte archeologiche e di poter mentalmente ricostruire gli ambienti senza grandi difficoltà”.

refettorio benedettini

Il piano dei benedettini è dunque un gioco avventuroso ma è anche qualcosa di più, è un modo diverso di raccontare i monaci che da Federico De Roberto in poi sono passati alla storia come i “monaci panciuti e gaudenti”.

cantine Benedettini

Continua Claudia Cantale: “Viene sempre sottolineato meno l’aspetto mistico, teologico, riformista dei monaci benedettini e più invece quello legato alle passioni vitali, ai loro interessi corporali. Ma a un certo punto è nata l’esigenza di raccontarli al di là degli arancini e delle abbondanti bevute di vino e rosolio per far emergere la figura di intellettuali dalla grande coscienza culturale. Il terremoto del 1693 rappresenta una sorta di data cerniera che divide la condotta di vita dell’ordine dei monaci: prima austeri giansenisti valdesi riformatori, dopo il terremoto mangioni panciuti più legati all’aspetto politico-economico della città e sempre meno invece all’aspetto religioso”.

Il piano segreto è dunque un cammino viscerale e intimistico alla scoperta di cantine, celle, refettori, ambienti emozionanti in cui poter far rivivere il passato e apprendere la storia vera di un monastero che spesso erroneamente si crede di conoscere alla perfezione.

ossa volte benedettini

Nicola Caruso svela: “Tutte le volte del monastero sono costruite con ossa di animali e molti studenti e turisti non sanno di camminare sotto un cimitero di ossa”. Una scelta strutturale e antisismica operata dai monaci dopo il terribile terremoto del 1693, una macabra e inaspettata scoperta per i visitatori. Ma il piano segreto è anche questo, un enorme pentolone sempre in ebollizione e che l’Associazione Officine Culturali spera di arricchire in futuro di nuovi e affascinanti percorsi.

Daniela Torrisi

Andrea Lo Giudice