“Raggirato per anni dalla mia casa discografica”. Attacca Umberto Balsamo

“Raggirato per anni dalla mia casa discografica”. Attacca Umberto Balsamo

CATANIA – “Vendono da anni i miei dischi all’estero e non mi pagano le royalties, dimenticando che internet fa miracoli”.

Così il cantautore e compositore Umberto Balsamo punta il dito contro la sua casa discografica la Universal Music Italia.

“Quasi per caso – racconta Balsamo – ho scoperto che in rete è possibile ordinare dei miei dischi con etichetta Polygram in Brasile, Giappone e in molti altri paesi esteri che al momento preferisco non svelare. La mia casa discografica forse pensava che non mi accorgessi di nulla e per anni non mi ha mai pagato le spettanze relative alla vendita di miei dischi all’estero. Come artista mi sento truffato”.

E aggiunge “Ritengo, peraltro, che molti altri miei colleghi potrebbero trovarsi nella stessa situazione, ma non ne sono a conoscenza poiché non hanno mai indagato. All’estero molti miei brani hanno avuto e hanno ancora grande successo, tant’è che sono disponibili per l’acquisto”.

Balsamo racconta di aver ordinato vinili e cd che in poco tempo gli sono stati recapitati nella propria abitazione di Catania e con suo grande stupore ha scoperto che la vendita era autorizzata dalla sua casa discografica, la Polygram, un’etichetta della Universal.

L’artista informa che della questione si stanno occupando il suo avvocato, Pier Giorgio Colombo, e il suo commercialista. “Mi sento tradito – sottolinea – poiché dopo aver dato fiducia e successi, anziché tutelarmi, la Universal mi ha raggirato e danneggiato, sfruttando la mia attività intellettuale e professionale”.

L’artista ha aperto un contenzioso in sede penale. “Ritengo siano stati profondamente lesi tutti i miei diritti – prosegue – e mi sento spogliato di beni di mia proprietà aventi grande valore sia immateriale che commerciale. Andrò avanti fino in fondo per far valere i miei diritti”.

Balsamo non nasconde la sua amarezza per aver appreso nei giorni scorsi che il pubblico ministero ha ritenuto che non vi sono elementi sufficienti per un’azione penale.

In sintesi: non vi è stata alcuna truffa. Così l’artista incalza:“Quando per anni si nasconde un guadagno per avere un profitto, che cos’è?”