Antonio Presti: “Ho sospeso io il Rito della Luce e lo porto via da Catania”

CATANIA – “L’ho sospeso io il rito della luce non i vigili del fuoco” – parla così Antonio Presti presidente della fondazione Fiumara d’Arte a pochi giorni dal fatto di cronaca accaduto nella scuola Vespucci e Sante Giuffrida del capoluogo etneo.

Stiamo parlando del Rito della luce che è stato sospeso lo scorso 20 dicembre, nonostante l’adesione di circa 250 artisti e più di 5 istituti scolastici.

Si tratta di un’iniziativa culturale che, di anno in anno, attira l’attenzione di un numero sempre maggiore di cittadini. Obiettivo? Andare contro “l’ignoranza, la presunzione, la persecuzione, il nulla”.

“Chi ha spento la luce il giorno del Solstizio d’inverno ha commesso un reato universale contro i bambini che l’avevano accesa con tanta devozione” sono queste le parole amare pronunciate da Presti che non accetta la diffida, a suo danno, da parte dei vigili del fuoco.

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Due i punti sui quali Presti si sofferma nel manifestare il suo rammarico. La delusione di non essere stato appoggiato e capito dal sindaco Enzo Bianco nonostante tutti i regali artistici che l’uomo ha fornito alla città: la porta della bellezza a Librino e il museo d’arte contemporanea nel centro storico oltre alle differenti iniziative che negli anni si sono svolte proprio in quella che doveva essere la città satellite.

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In secondo luogo Il fondatore di origine messinese mostra grande dispiacere nei confronti dei tantissimi volontari che negli ultimi mesi hanno speso moltissimo tempo e energie nella realizzazione del rito della luce appunto.

“Forze opposte” è così che le autorità dell’amministrazione catanese vengono definite,  soprattutto quando si parla della richiesta di sostituire le candele con la luce elettrica.

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Sono queste le vicissitudini che hanno portato Presti a volere tagliare i ponti con la città “do liotru”.

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E in particolar modo con il primo cittadino Enzo Bianco che “non è riuscito a comprendere l’importanza culturale dei doni” che verranno portati al di fuori della città di Catania.

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