Inchiesta eolico, torna in carcere Nicastri: nella bufera anche sottosegretario Siri

Inchiesta eolico, torna in carcere Nicastri: nella bufera anche sottosegretario Siri

TRAPANI – Si riaprono le porte del carcere per Vito Nicastri, imprenditore di Alcamo, in provincia di Trapani, perché ritenuto vicino al latitante Matteo Messina Denaro. L’uomo è considerato il “signore del vento” per via del sua attività imprenditoriale sulle energie pulite.

Nicastri era ai domiciliari con l’accusa di concorso in associazione mafiosa dal 2018 ed è stato coinvolto in un’inchiesta per un giro tra vari funzionari della Regione Siciliana per sbloccare alcuni procedimenti amministrativi legati alle energie rinnovabili, nello specifico nel campo dell’eolico.

In seguito a questa inchiesta, sono finiti nel registro degli indagati anche Paolo Franco Arata, 69 anni, professore, consulente della Lega sull’energia ed ex parlamentare di FI, e il figlio Francesco Paolo, 39 anni; Giacomo Causarano, 70 anni; l’imprenditore Francesco Isca, 59 anni; Angelo Giuseppe Mistretta, 62 anni; Manlio Nicastri, 32 anni, figlio di Vito e Alberto Tinnirello, 61 anni, funzionario regionale, prima al Dipartimento dell’Energia.

Sono accusati a vario titolo di corruzione e intestazione fittizia, Isca risponde di associazione mafiosa.

Tra gli altri, figura anche il sottosegretario ai Trasporti Armando Siri. Su lui pende l’accusa di aver ricevuto denaro (circa 30mila euro) da Paolo Arata per apportare delle modifiche al Documento di Economia e Finanza. Arata era in affari con Nicastri.

Immagine Ansa