CATANIA – Movida e problema sicurezza, un binomio che sembra andare sempre più a braccetto alla luce degli ultimi avvenimenti violenti e criminali che si stanno moltiplicando nel capoluogo etneo.
Sono stati diversi, nelle ultime settimane, i casi eclatanti che hanno fatto gridato all’allarme e che stanno ancora preoccupando residenti e non. Tra questi, la terribile vicenda dello stupro consumato proprio nella città etnea da parte di tre giovani ai danni di una ragazza statunitense. Una questione che coinvolge non solo Catania, ma anche tutte le città occidentali così come dichiarato stamattina in conferenza stampa alla questura di Catania dal Questore etneo, Alberto Francini.
Se, infatti, fino all’una di notte gli unici disagi nel centro storico etneo sembrano essere quelli relativi all’assembramento di persone e al chiasso che si genera per il grande via vai tra i locali catanesi, è dalle due in poi che la situazione pare evolversi completamente, con l’entrata in scena di altri “attori” per le vie del centro storico.
Proprio a quell’ora, infatti, si è concretizzata la rapina con tentato omicidio ai danni dei due turisti polacchi da parte di due energumeni armati di coltello, arrestati dalle forze dell’ordine proprio nelle scorse ore. Per neutralizzare questo tipo di fenomeno, così come sottolineato da Francini, sarebbe necessaria una vera e propria unione d’intenti tra Polizia, Comune, residenti ed esercizi pubblici.
Quest’ultimi, inoltre, dovrebbero distinguersi “per comportamenti più virtuosi“. Non servirebbe a nulla, infatti, ridurre la gestione della movida etnea esclusivamente alle forze dell’ordine, con l’instaurazione di improbabili coprifuoco. “Non siamo, per fortuna, in uno Stato di Polizia“, ha sottolineato Francini.
“Il Comune è certamente l’attore principale, ma attorno all’azione del Comune c’è anche la questura con la sua responsabilità di coordinamento delle forze dell’ordine per quanto riguarda gli aspetti più macroscopici e criminosi del fenomeno. C’è bisogno del controllo amministrativo” tramite le forze di polizia municipale e “dell’attivazione dei cittadini” e degli esercizi commerciali.
Ma è anche vero – secondo il parere del Questore etneo – che “la sicurezza costa“. Anche aumentare la presenza dei poliziotti ha infatti un costo ed è evidentemente impossibile assicurare un poliziotto per ogni cittadino.