Vittoria, troppi delitti. Il sindaco: “Non siamo terra di conquista”

Vittoria, troppi delitti. Il sindaco: “Non siamo terra di conquista”

VITTORIA – Sette spari di domenica pomeriggio e in pieno centro. All’indomani dell’uccisione del pregiudicato calabrese Michele Brandimarte Vittoria è ancora sotto choc. La città è stata avviluppata pesantemente dalle spire della criminalità organizzata negli anni passati e il dazio pagato – anche in termini di vite umane – è stato enorme.

A prendere posizione e a chiedere chiarezza è il primo cittadino Giuseppe Nicosia: “La nostra città ha vissuto un’esperienza terribile. Proprio nei giorni che precedono il Natale, con via Cavour illuminata e addobbata a festa, e con le famiglie a passeggio, è accaduto un fatto gravissimo, che poteva creare enormi pericoli per la gente che si trovava lì in quel momento”.

“Esprimo il mio plauso alle forze dell’ordine – prosegue Nicosia – che a quanto pare, hanno chiuso subito il cerchio delle indagini. Ma c’è un aspetto di questa vicenda su cui bisogna puntare l’attenzione: che ci faceva nella nostra città un esponente dell’organizzazione criminale più pericolosa del nostro paese? Di lui si sa che aveva precedenti per associazione mafiosa e traffico di droga, ma pretendiamo di sapere chi frequentava a Vittoria, che attività era venuto a svolgere qui, quali erano i suoi contatti in loco e perché si è ritenuto più facile o simbolico compiere l’omicidio nella nostra città”.

Il sindaco ha ricordato inoltre che “Vittoria è stata in passato al centro delle attenzioni della criminalità organizzata, ed è stata teatro di sanguinose faide tra Stidda e Cosa nostra”.

“Abbiamo pagato un tributo pesantissimo al crimine – conclude il primo cittadino – e ora non possiamo diventare terra di conquista per la ‘ndrangheta. Bisogna accendere i riflettori su questa strana e inquietante presenza nella nostra città, chiarire al più presto quali rapporti e interessi aveva la vittima nel nostro territorio”.