ZAFFERANA ETNEA – A piedi nudi sul palco, come ormai è consuetudine in tutti i suoi concerti. Una tradizione per la cantante israeliana Noa, che ha fatto tappa a Zafferana Etnea in occasione del gemellaggio tra il “Nomos Jazz Festival” di Castellammare del Golfo, il “Catania Jazz Estate” e il “Milazzo Jazz Festival”.
La musica sposa progetti di pace ed è a questa finalità che il circuito d’estate per il jazz ha voluto tendere una mano.
Noa e Mira Awad insieme, l’una israeliana , l’altra palestinese. Non è un caso che Noa abbia ospitato, nelle ultime due date del suo tour siciliano, l’amica e collaboratrice musicale con cui ha condiviso un disco e l’Eurocontest 2009.
La parola d’ordine a Zafferana, così come a Castellammare del Golfo, è stata: shalom, salam, pace. Tre modi per dire che il dialogo può fare superare tutte le guerre. Nel messaggio di Noa, prima del concerto, c’è tutto il significato del suo impegno come ambasciatrice di valori di fratellanza.
Legge in italiano, prima di cantare. “Sono felice ma non posso dimenticare la tragedia della nostra regione, che porta via tante vite. Il globo è funestato da estremisti. Moderati di tutto il mondo, uniamo le nostre mani per fare il cerchio della vita. Miei amati amici italiani per me è molto importante che voi sappiate che in Israele ci sono molte voci che, anche in tempo di guerra, parlano la lingua della pace come Amos Oz, David Girossman, me stessa e la mia grande amica Mira Awad. Io credo in due Stati: Israele e Palestina, che vivono fianco a fianco e si supportano l’un l’altro. Io credo nel dialogo, come unica strada. L’ho scritto molte volte : noi Israeliani ed i palestinesi dobbiamo riconoscerci , scusarci gli uni con gli altri e condividere il poco che abbiamo. Per ora possiamo sentirci uniti almeno nella musica”.
Già, la musica. Spazio ai brani più celebri da “Shalom”, una ballata intensa, allo swing gioioso di “Happy song” . Con Noah alle percussioni il ritmo sale sulle note di “Pokeach”. Sul palco anche il chitarrista Gild Dor, da 25 anni al suo fianco, il bassista Adam Ben Ezra e il batterista Gadi Seri che aveva affiancato Mira Awad nei 20 minuti da solista che hanno aperto la due serate.
Noa snocciola ad una ad una le perle del nuovo disco “Love medicine” uscito a fine luglio, – “una medicina per il cuore, per l’anima” sottolinea – e la platea siciliana mostra di apprezzare.
I due concerti, organizzati dal Circuito Jazzistico Siciliano, hanno chiuso il festival Catania Jazz Estate che ha visto Noa, senza Mira Awad, anche a Siracusa e Milazzo.
Infine le due “amiche – nemiche”, cantano insieme “Will you dance”, seguita da una canzone della Awad, “A word”, per poi elevarsi nel duetto “There must be another way” .
La Awad torna nel finale per condividere la beatlesiana “We can work it out” e l’inno di pace “Shalom shalom” diventato per l’occasione “Shalom salam”.
Prima di chiudere c’è spazio anche per un omaggio alla musica italiana e alla tradizione napoletana: “Era de maggio” e “Santa Lucia luntana”,“Alla Fierra” fino alla tanto attesa, e condivisa con il pubblico, “Beautiful that way” (La vita è bella) che sfocia in un ultimo grande applauso . Per Noa, per Mira. E per la pace.