Esplosione in via Garibaldi: archiviate accuse di omicidio contro il capo squadra Tavormina

Esplosione in via Garibaldi: archiviate accuse di omicidio contro il capo squadra Tavormina

CATANIA – Dopo quasi 12 mesi di indagini, con un decreto del 2 febbraio 2019, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catania ha accolto la richiesta inoltrata dalla Procura della Repubblica disponendo l’archiviazione del procedimento per disastro colposo e omicidio plurimo colposo a carico di Marcello Tavormina, capo squadra dei vigili del fuoco intervenuto nel tragico incendio di via Garibaldi del 20 marzo 2018.

La decisione dell’archiviazione è stata dettata dagli esiti degli accertamenti svolti, i quali hanno appurato che l’esplosione è stata innescata dall’interno dei locali e che le iniziative assunte all’esterno dell’edificio dai vigili del fuoco intervenuti non hanno influito in alcun modo nel causare la stessa.

Gli uomini, sotto il comando di Tavormina, erano stati chiamati da alcuni abitanti di via Garibaldi che lamentavano puzza di gas. Nel corso del sopralluogo all’interno di una bottega con doppio ingresso (su via Garibaldi e su via Sacchero) si sono accorti della presenza di un uomo. I vigili si erano quindi adoperati per forzare la porta di ingresso del locale, chiusa dall’esterno con un lucchetto.



Ma, nel corso di tali manovre, si è verificata la devastante esplosione che ha investito in pieno il civile, il capo squadra Marcello Tavormina e due dei suoi uomini, Dario Ambiamonte e Giorgio Grammatico, rimasti uccisi.

Le prime indagini della procura di Catania si sono concentrate sulla ricostruzione dell’accaduto svolgendo accertamenti medico legali e conferendo un incarico alla titolare della cattedra di chimica industriale e tecnologia dell’Università La Sapienza di Roma al fine di ricostruire le cause dell’esplosione.

Risulta pertanto accertato – aggiunge la procura – che i vigili del fuoco, in una situazione di elevatissimo rischio, hanno agito nel risoluto tentativo di trarre in salvo l’uomo barricatosi all’interno della bottega, rimanendo vittime incolpevoli di un’esplosione dagli stessi non provocata, in quanto il decesso è conseguito al violento impatto con la pesante porta di ingresso di via Garibaldi, che li ha investiti con una devastante forza d’urto dopo essersi staccata dai cardini per effetto dell’esplosione”.