Ice Painting: una novità che cattura il cuore dei catanesi

Ice Painting: una novità che cattura il cuore dei catanesi

CATANIA – In questi giorni nelle sale dell’elegante e nuovo Art & Jazz Hotel di Catania l’artista trentino di fama internazionale Marco Nones, fondatore di uno dei parchi d’arte più alti del mondo (2000-2200 m.slm., Pampeago-Val di Flemme), regala alla città di Catania la sua ultima collezione “Ice painting”, patrocinata dal Museo d’Arte Contemporanea Sicilia, che rimarrà in mostra al pubblico fino al 19 Gennaio 2015.

MOSTRA

L’artista inizia l’opera, la natura la completa. È un lavoro di equipe quello di Marco Nones. Lui crea opere d’arte avvalendosi della collaborazione di maestri immortali: il gelo, la neve, il vento e il sole. Il controllo dell’artista viene esercitato solo nella prima fase del lavoro. Quindi, in un respiro d’abbandono, si affida alla vita che è continua trasformazione”.

È con queste parole che la giornalista Beatrice Calamari ci accompagna alla scoperta delle creazioni di Marco Nones in una sala che dona il senso della trasformazione, della forza prorompente della natura che lascia le sue impronte o meglio, come lui ama definirli, segni che vengono impressi su una tela e resi immortali.

L’originale esempio di trasformazione su tela nasce durante la mostra “Nel cerchio di un pensiero” del 2011 che l’artista ha dedicato ad Alda Merini installando dischi di ghiaccio sulle distese innevate di Pampeago sulle Dolomiti.

la-felicitc3a0-del-silenzio-o

L’artista ci racconta: “Ritrovo me stesso nella poesia di Alda Merini. In particolare meditando sui versi ‘nel cerchio di un pensiero a volte mi riposo sognando’ è nata l’idea dei dischi di ghiaccio a lei dedicati. A me piace da matti l’effimero, ciò che scompare e ho provato così per caso a lasciare sciogliere un disco di ghiaccio sulla tela e da qui è nata questa forma d’arte. Ho usato anche delle stalattiti però mi serviva qualcosa che fosse testimone del passaggio del tempo che scorre, e allora ho utilizzato pigmenti naturali”.

Marco Nones ad Alda Merini

Gli agenti atmosferici hanno trasformato incessantemente le sue opere alcune delle quali, sciogliendosi, sono tornate nel grembo della natura, altre invece hanno lasciato il loro spirito vitale su una tela che le mani dell’artista hanno consegnato al vento, alla neve, al sole, siglando un patto primigenio e ancestrale che la modernità, piena di narcisistico controllo, non è più capace di siglare.

MARCO MONES 2014

Ed è così che i visitatori possono innamorarsi di tele che recano la firma di Marco Nones accanto a quella dell’imprevedibile madre natura. I segni sono il risultato della dissolvenza di pigmenti naturali come il bolo (materiale argilloso rossastro) o il nero di vita che l’artista usa per dipingere i suoi dischi di ghiaccio.

In occasione della mostra a Catania Marco Nones ha omaggiato la città con una performance artistica utilizzando ceneri dell’Etna e ghiaccio dedicandola appunto al nostro vulcano.

OMAGGIO ALL'ETNA MARCO MONES

Alla nostra domanda su cosa susciti in lui l’Etna i suoi dolci e penetranti occhi di ghiaccio, testimonianza di un’anima che si inebria dinanzi alla natura e ai suoi mutevoli agenti, si sono illuminati e alzando le spalle, in un gesto di umiltà che sembra essergli proprio, ha risposto: “Passione, fuoco nelle vene, la grande forza di potenza. È l’energia della natura che non può essere dominata”.

CREAZIONE

In attesa che il suo sogno di trasferirsi nella nostra terra si realizzi per arricchirci della sua presenza permanente, possiamo per il momento sognare con lui e Beatrice Calamari attraverso il breve ma intenso percorso che hanno voluto donarci.

[wpvp_embed type=youtube video_code=7yNUpGPBvkA width=670 height=377]