CATANIA – Dire che si tratta di uno scandalo è poco, perché in gioco c’è la salute dei pazienti. E, proprio per malasanità sono scattate sospensioni dall’attività e sequestri. Il gravissimo episodio si è verificato nella casa di cura Di Stefano Velona S.r.l.. Amministratori, direttore e tre sanitari sono finiti nell’occhio del ciclone.
Tutto è nato dalla denuncia di un paziente che si è recato tre volte in clinica per effettuare dei controlli per delle formazioni anomale nella sede dei tessuti molli nella cavità mediana dell’inguine sinistro. Il medico avrebbe diagnosticato a vista un “semplice” lipoma. Inoltre, sarebbe stato attestato falsamente il rifiuto all’esame istologico da parte del paziente.
Dopo alcuni mesi, lo stesso ha deciso di rivolgersi a un’altra clinica, facendo la terribile scoperta. La sbagliata diagnosi e vari interventi, infatti, gli avevano creato problemi a deambulare. Non solo però, perché quella che era in realtà una neoplasia si era accresciuta e aveva creato metastasi in diverse parti anatomiche del corpo.
Quello che è emerso da diverse intercettazioni e consulenze tecniche è agghiacciante: non si è trattato di un caso isolato. I medici, gli amministratori e il dirigente erano d’accordo per ottenere vantaggi economici. Dichiarando false visite specifiche, per le quali è previsto il rimborso dal sistema sanitario nazionale, avevano trovato il modo di aumentare gli introiti riducendo le spese.
Come se non bastasse, poi, venivano chiesti dei pagamenti (80 euro) per alcuni controlli che, invece, verrebbero rimborsati e che dovrebbero essere gratuiti per i pazienti. In un caso, il direttore avrebbe anche firmato falsificando la firma del paziente.
Agli amministratori è stato vietato di esercitare Uffici direttivi di persone giuridiche e imprese per un anno: Nunzio Di Stefano Velona e Ornella Maria Di Stefano Velona. Il direttore sanitario, Sebastiano Villarà, e i tre medici, invece, sono stati sospesi dal ruolo. Ad Alfio Sciuto un anno di sospensione, mentre 6 mesi a Giuseppe Adamantino e Renzo Roberto Giuseppe Calanducci. Inoltre, è stato disposto un sequestro preventivo per equivalente del denaro, dei beni e delle disponibilità finanziarie riconducibili agli indagati. Per la struttura 15mila euro, mentre 105.128,12 per i coinvolti.
In totale sono state visionate quasi 5mila cartelle cliniche: il quasi il 60% sono state rilevate delle anomalie.
Infine, alla Di Stefano Velona S.r.l. è stata sospesa per un anno l’autorizzazione regionale all’attività ambulatoriale e dell’accreditamento istituzionale al Servizio Sanitario Nazionale.