Il procuratore Zuccaro sul C.A.R.A. di Mineo: “Così non va bene”, pochi controlli e troppi ospiti – VIDEO

Il procuratore Zuccaro sul C.A.R.A. di Mineo: “Così non va bene”, pochi controlli e troppi ospiti – VIDEO

CATANIA – Il C.A.R.A. di Mineo, importante centro d’accoglienza per migranti e rifugiati, torna al centro dell’attenzione da parte di cittadini, organi di stampa e forze dell’ordine dopo l’operazione “Norsemen”, che ha sgominato una banda di nigeriani, che aveva messo in piedi una vera organizzazione di stampo mafioso, che utilizzava il luogo in questione come centro nevralgico delle sue terribili attività criminali, spesso a danno degli stessi ospiti.

Negli ultimi giorni, la struttura, meta di migliaia di disperati giunti sulle coste siciliane, è stata importante negli aspri dibattiti politici e sociali che interessano tutta la penisola, anche a causa dei continui interventi del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a favore dell’interruzione delle sue attività.

Sul problema si è espresso anche il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro: “Così com’è il C.A.R.A. di Mineo non va bene. Al suo interno avvengono episodi di una brutalità impressionante: lì, mi dispiace dirlo, vi è tutto fuorché legalità”.

 

 

 

 

Dopo questa premessa iniziale, Zuccaro ha proceduto con una breve analisi di quello che, a suo parere, ha portato la situazione a degenerare fino a questo punto: “Il numero degli ospiti del centro è troppo alto e non esiste una vera e propria attività di controllo degli ingressi e delle uscite e non può esservi: infatti, ispezioni di questa natura richiederebbero troppe forze di polizia.

Ribadendo la sua posizione sulla chiusura del centro, il procuratore del capoluogo etneo si esprime così: “Com’è stato concepito, il C.A.R.A. è stato un grosso errore. Credo che in questo momento, vista la situazione attuale, tutte le forze di polizia si trovino d’accordo con la linea del ministro Salvini sulle sorti della struttura”.

In merito alle difficili condizioni in cui versa il centro d’accoglienza è intervenuto anche il questore della provincia catanese, Alberto Francini: “Un problema centrale è sicuramente la prevenzione carente. Sarebbe necessaria, oltre a una maggiore presenza sul territorio limitrofo ai centri e al suo interno, ma anche una normativa ancora più rigida sullo spaccio diffuso per evitare che episodi di tale gravità si ripetano costantemente”.