CATANIA – “Qui c’è in gioco il futuro di 80 famiglie. Nel progetto Cesame ci abbiamo sempre creduto e faremo di tutto per portarlo a termine”. Gli ex lavoratori Cesame che si sono riuniti in cooperativa con l’obiettivo di salvare la storica fabbrica di sanitari chiusa dal 2007, da stamattina protestano nella sede catanese della Presidenza della Regione Siciliana. Il motivo? La mancata convocazione, fanno sapere la Cgil e la Filctem Cgil di Catania, da parte della Regione che sarebbe dovuta avvenire proprio oggi.
Un incontro fondamentale, visto che sarebbe dovuto servire ad avviare il tavolo di negoziazione per l’approvazione del progetto già finanziato a fronte di finanziamenti regionali. Se questo passaggio non sarà avviato, la futura azienda non potrà entrare nella fase di start up.
Esasperati i lavoratori che, dopo l’assemblea, hanno deciso di dare vita ad una protesta nell’ex Palazzo dell’Esa. “Siamo in attesa di fissare un incontro a Palermo sul futuro della cooperativa” ci dice uno dei soci.
“La vicenda Cesame – dichiara Giuseppe D’Aquila, segretario generale Filctem Cgil – non può rischiare di diventare invece che un esempio virtuoso, l’ennesima incompiuta per la città e per la Sicilia. Siamo ad un passo dal traguardo e ad uno dal burrone. L’inerzia delle istituzioni è scoraggiante. Chiediamo un’assunzione di responsabilità per la concreta realizzazione di un progetta di portata storica”.
E aggiunge: “I lavoratori in questo progetto della cooperativa hanno messo tutto ciò che potevano, adesso le istituzioni svolgano il loro ruolo di garanzia. Non si può giocare con la vita delle persone in questo modo”.
I lavoratori attualmente sono senza ammortizzatori sociali avendo già acceso un mutuo di circa 2 milioni e mezzo di euro, e oggi vedono in dubbio la possibilità di realizzare la loro grande scommessa di recupero della storica azienda.
“Il muro di burocrazia – conclude D’Aquila – contro il quale stiamo combattendo deve essere abbattuto senza se e senza ma. Noi saremo al fianco dei lavoratori fino alla soluzione della vicenda”.