Ex Windjet vogliono”tornare in pista” con nuova compagnia low-cost: “Vendevamo acqua nel deserto”

Ex Windjet vogliono”tornare in pista” con nuova compagnia low-cost: “Vendevamo acqua nel deserto”

CATANIA – Saltato l’accordo Windjet-Alitalia nel 2012, la compagnia aerea low-cost siciliana è fallita e il suo personale non ha potuto più lavorare a favore della popolazione isolana.

Venuti a conoscenza delle dichiarazioni del presidente della Regione, Nello Musumeci, sui costi eccessivi che si trovano a sostenere gli abitanti dell’isola intenzionati a partire per una destinazione italiana o a tornare nella propria terra da una città fuori dalla Sicilia, gli ex dipendenti della compagnia, attualmente inoccupati, hanno espresso la volontà di incontrare le autorità regionali per rimettere la loro compagnia “in gioco” a vantaggio dei siciliani che viaggiano o vorrebbero farlo a prezzi più convenienti.

Il gruppo inizia ripercorrendo la breve storia di Windjet e aggiornando il presidente sulla condizione attuale di chi lavorava per essa: “Carissimo Presidente Musumeci, recentemente abbiamo appreso dai mass media il Suo sgomento nell’acquisto di un biglietto aereo per un volo nazionale, da e per la Sicilia, a un prezzo esagerato. Siamo d’accordo con Lei. Viaggiare dalla Sicilia è diventato dispendioso e solo per ricchi! Come ben sa, Presidente, 7 anni fa la compagnia aerea Windjet faceva volare i siciliani a prezzi low-cost, parafrasando potremmo dire ‘vendevamo acqua nel deserto‘. Utilizziamo il ‘Noi’ perché chi Le scrive questa missiva è un gruppo di ex dipendenti della su nominata compagnia, ad oggi ancora disoccupati.

La nostra storia è ben conosciuta, ne sono piene pagine di giornali: un accordo non andato a buon fine (Alitalia‐Windjet), i dipendenti ignari di ciò che stesse per accadere, non supportati da alcun organo istituzionale e spesso “buttati” nel dimenticatoioSiamo stati illusi, da chi l’ha preceduta, che saremmo stati nel minor tempo possibile ricollocati, anche in altri settori e/o mansioni, ma dopo poco è stata ignorata la promessa.

Seguono l’elenco dei disagi causati dal fallimento della compagnia aerea e la narrazione dei momenti di sconforto attraversati dagli ex dipendenti: “Signor Presidente, ad oggi non si parla più di Noi, forse perché non siamo voluti salire sui tetti? Forse perché nessuno di Noi si è incatenato in una piazza a fare sciopero della fame!? Forse perché, secondo l’opinione pubblica, non abbiamo fatto ‘casino’, ci passi il termine, abbastanza? Eravamo tutti alle prime armi, giovani ragazzi che non conoscevano certe dinamiche, e che solo dopo hanno appreso che le maniere forti sarebbero state più utili per una eventuale ricollocazione (vedi Mistral, Cesame e altre)”.

In conclusione, la delegazione ha dichiarato di voler tornare a lavorare e ha chiesto di poter essere ricevuti da Musumeci: “A tal proposito, a seguito della Sua dichiarazione di voler costituire una nuova compagnia aerea siciliana, Le evidenziamo che la Sicilia può attingere la forza lavoro da un bacino di professionisti qualificati (piloti/assistenti di volo/personale tecnico e amministrativo) già formati e pronti a rimettersi in campo. Sì, Signor Presidente: vorremmo il ‘privilegio’ di poter tornare a lavorare, il ‘privilegio’ di poter mettere a disposizione la nostra professionalità.Confidando nella Sua disponibilità, Le chiediamo di poter incontrare una Nostra delegazione che Le possa esporre la Ns. volontà di ri‐immetterci nel mondo del lavoro”.

Immagine di repertorio