CATANIA – Il 2019 vedrà l’ingresso del 5G in Italia, saranno disponibili le nuove radiofrequenze per la tecnologia wireless di quinta generazione, posizionando gruppi di miniantenne a microonde millimetriche su abitazioni, scuole, centri diurni, centri ricreativi, lampioni della luce e altro ancora. C’è, poi, anche il progetto di satelliti lanciati in orbita nello spazio e di droni wireless.
Scienziati, medici e ricercatori hanno già lanciato valutazioni scientifiche del possibile rischio per la salute della popolazione. Ciò comporterà un’esposizione massiccia della popolazione all’inquinamento elettromagnetico e si preannuncia un innalzamento delle soglie limite per i valori di irradiazione. Nel 2018 sono stati diffusi i primi risultati, il rapporto dell’OMS ammette che sta aumentando la percentuale della popolazione che denuncia i sintomi dell’elettrosensibilità. Le persone avvertono una relazione tra certi disturbi e l’esposizione ai campi elettromagnetici prodotti da wi-fi, ripetitori per la telefonia mobile, ecc. Schiacciante è il numero di pubblicazioni scientifiche sui campi elettromagnetici, i risultati definitivi riscontrano: “Chiara evidenza di tumori maligni nel cuore, nel cervello e nelle ghiandole surrenali, aumenti statisticamente significativi nell’incidenza degli schwannomi maligni del cuore, tumori molto rari delle cellule nervose del cuore, aumento dell’incidenza di altre lesioni (l’iperplasia delle cellule di Schwann e gliomi maligni, tumori del cervello). Inoltre, altri migliaia di validati studi scientifici documentano altri effetti biologici, correlando l’irradiazione da elettrosmog a numerosi e gravi disturbi (oltre al rischio cancro, stress cellulare, malattie cardiache e diabete, aumento di dannosi radicali liberi, danni genetici, cambiamenti strutturali e funzionali del sistema riproduttivo, deficit di apprendimento e memoria, disturbi neurologici e impatti negativi sul benessere generale nell’uomo), mentre è in aumento il numero di cittadini ‘invisibili’ malati di elettrosensibilità“.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondale della Sanità ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come “possibili cancerogeni” inserendoli nel gruppo 2B, sulla base di un aumentato rischio di glioma (un tipo di cancro maligno al cervello associato all’uso del telefono cellulare).
L’insorgenza e l’inasprimento dei sintomi che si hanno con l’esposizione prolungata a fonti elettromagnetiche comuni, tra cui i dispositivi wi-fi, ha portato la Svezia a riconoscere l’elettrosensibilità dal punto di vista clinico, giuridico, sanitario (l’elettrosensibilità è considerata un’invalidità permanente. Le persone ricevono dallo Stato il supporto e le cure necessarie per migliorare le proprie condizioni). Nel Regno Unito si sta valutando politicamente, l’ipotesi di ammettere l’esistenza di questa patologia. Il Consiglio d’Europa ha tra le sue finalità la tutela dei diritti dell’uomo, della democrazia parlamentare e garanzia del primato del diritto. Le tecnologie wireless sono un potenziale pericolo per la salute pubblica e gli stati dovrebbero applicare il principio di precauzione affermando, tra l’altro, che nelle scuole non dovrebbe essere permesso l’utilizzo di telefoni cellulari e dispositivi senza fili ma dovrebbero venire promosse campagne per un uso consapevole di questi strumenti. Con l’espressione “principio di precauzione” si intende una politica di condotta cautelativa per quanto riguarda le decisioni politiche ed economiche sulla gestione delle questioni scientificamente controverse. Aspettare prove certe potrebbe portare a grandi costi per la salute, come è successo in passato per l’amianto.
Il Comitato invita e sollecita l’amministrazione comunale a non sottovalutare il problema, nell’interesse generale guardando anche alle generazioni future e di adoperarsi fattivamente e con tempestività per intraprendere le giuste precauzioni sull’individuazione dei luoghi della mappa delle installazioni degli hotspot wifi nella città di Catania e riconoscere il problema dell’elettrosensibilità, non solo per l’impatto economico e sociale ma anche per quello sanitario. Interviene il presidente del Comitato, Angela Cerri: “Bisogna poter realizzare un’indagine epidemiologica che coinvolga ARPA ed ASL per verificare l’incidenza di agenti inquinanti sullo stato di salute dei residenti. Inoltre, bisogna prendere in considerazione l’adozione di una soluzione valida e semplice come quella di investire il Comune dell’innovativo ruolo di gestione unica degli impianti da affittare con contratti triennali agli operatori. Tale gestione comunale consente il monitoraggio costante della localizzazione, secondo le reali esigenze del territorio e il monitoraggio sanitario, di cui l’amministrazione non ha mai fornito alla cittadinanza resoconti, come da regolamento comunale”.
“Il Comitato con le associazioni ambientalistiche, alla precedente amministrazione comunale, avevano chiesto interventi immediati per la prevenzione, protezione e controllo dei campi elettromagnetici nei quartieri della città, al fine di minimizzare l’esposizione alle radiazioni da radiofrequenza ai valori soglia limite imposti dalle normative vigenti, nonché mitigare eventuali effetti ambientali negativi. Inoltre, la completa documentazione sulle misure adottate e dati recenti sul monitoraggio di inquinamento. Tutto questo senza esito”.
“Il Comitato continuerà a operare in difesa dei diritti di ogni cittadino, promuovendo una corretta informazione atta a sensibilizzare e diffondere dati aggiornati al pubblico e richiede all’amministrazione di prevedere un piano di informazione serio e puntuale, anche con incontri pubblici, che consentano la comprensione dell’impatto sulla salute dell’elettrosmog, oltre a operare coscientemente secondo il principio di precauzione del danno (art.32 della Costituzione ed al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario e art.3‐ter del D.L. n 152/06) al fine di fronteggiare la minaccia di danni gravi e irreversibili per i cittadini, a imporre a tutte le attività da cui possano originare emissioni inquinanti l’adozione delle migliori tecnologie disponibili, nonché ad assumere ogni misura e cautela volte a ridurre significativamente e, ove possibile, eliminare l’inquinamento elettromagnetico e le emissioni prodotte e i rischi per la salute della popolazione; nonché ad astenersi per il futuro dall’autorizzare, asseverare e dare esecuzione a progetti relativi a nuove attività che possano condurre a un aggravamento delle lamentate condizioni di insalubrità ambientale. Per non ritrovarci nel 2019 come cavie umane immerse come in un gigantesco forno a microonde a cielo aperto, lanciamo forte questo appello: moratoria per il 5G, si applichi il principio di precauzione!“.
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