PALERMO – Un altro anno è terminato e per quanto riguarda la cultura in Sicilia emergono dei dati non del tutto omogenei.
L’anno si era aperto nei migliore di modi con la proclamazione di Palermo Capitale italiana della Cultura 2018. Questo riconoscimento ha portato alla realizzazione di circa 780 iniziative direttamente organizzate dal Comune o da enti culturali, teatri e altri partner istituzionali e oltre 50 eventi internazionali.
Nonostante questo prestigioso premio, le note negative non sono mancate. Un recente rapporto dimostra come il 38,5% degli adulti, quasi quattro italiani su dieci, non partecipa ad alcun tipo di attività culturale.
Nello specifico, al Sud la situazione è ancora più critica: più di otto adulti su dieci, l’82%, non si mostrano per nulla interessati. In Sicilia, infatti, la spesa rivolta alla cultura è ben tre volte minore rispetto a quella effettuata in Trentino Alto Adige.
A incentivare il turismo culturale contribuiscono anche le proposte dei Comuni con progetti in cui è possibile visitare i musei gratis. Tuttavia, i dati mostrano il contrario.
A marzo, come di consueto, vi è stato l’appuntamento con le Giornate Fai di primavera. Un weekend, dunque, all’insegna dell’arte, della storia e della natura, per scoprire e ammirare le bellezze del territorio siciliano e nazionale. Nell’isola, sono stati esattamente 118 i monumenti e i siti aperti al pubblico, sparsi in tutte le province.
La cultura nella città dell’Elefante non è andata in vacanza nemmeno in occasione delle festività del 25 aprile e del 1° maggio. Così come per Ferragosto, dove i siti e i musei civici sono rimasti aperti. Inoltre, per l’occasione la Sicilia ha visto un milione di turisti in più rispetto l’anno precedente.
A luglio è scoppiato il caso del Bonus Cultura 18App, utilizzato da ragazze e ragazzi maggiorenni e avviato l’anno precedente, che ha rischiato l’eliminazione e di essere più valido per i ragazzi nati dopo il 2000.
Proprio storia, cultura e territorio sono i parametri fondamentali che rendono la Sicilia una meta di prima scelta per l’Unesco. Quest’anno, infatti, ai sette siti già riconosciuti come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, ne sono stati aggiunti altri cinque appartenenti alla categoria “Palermo arabo-normanna”. Dunque, una forma di riconoscimento e di prestigio importante per tutta la Sicilia e non solo per la provincia di Palermo.
Inoltre, il 2018 è stato anche protagonista della rivalutazione di alcuni parchi archeologici che nel mese di agosto sono entrati a far parte del sistema autonomo dei parchi. Si tratta di quello di Segesta e quello di Pantelleria, entrambi in provincia di Trapani. Prima dell’istituzione di questi due, in Sicilia i parchi archeologici erano soltanto 3: quello della Valle dei Templi, il più celebre e visitato del nostro territorio, quello di Naxos e Taormina e quello di Selinunte e Cave di Cusa.
Infine, l’anno si è concluso con la relazione sull’Etna, terremoti ed eruzioni, durante la collettiva fotografica che si è tenuta sabato 29 dicembre al Casale Papanadrea di Fiumefreddo di Sicilia. Scienza e fotografia per conoscere meglio l’Etna Patrimonio dell’Umanità, per vivere con consapevolezza ai piedi del vulcano consci della sua attività e dei suoi splendidi paesaggi. Alla luce degli ultimi eventi sismici che hanno riguardato il Catanese, è stato aperto un focus per fare chiarezza sulla questione.
Da oggi parte un nuovo che si spera sia ancora più ricco di eventi e riconoscimenti per nostra isola.