SANTA CROCE CAMERINA – Emergono novità dall’autopsia disposta sul corpo di Loris Stival. Il bambino sarebbe stato strangolato con una fascetta elettrica e non a mani nude o con un laccio come ipotizzato in un primo momento. Sembrerebbe confermata l’indiscrezione relativa al vestiario del piccolo: al momento del ritrovamento indossava tutti gli abiti con i quali era uscito di casa ma non sono stati ritrovati né lo zaino né gli slip.
Intanto la polizia scientifica sta proseguendo nei rilievi nella zona del ritrovamento del cadavere. Intanto dopo le contraddizioni relative alla versione dei fatti fornita dalla madre di Loris, Veronica Panarello, sono arrivate le prime reazioni. Al quotidiano “La Sicilia” la madre ha dichiarato: “Ma come ve lo devo dire? Io quella mattina Loris l’ho accompagnato vicino alla scuola. Era uscito di casa assieme a me e al fratellino, siamo arrivati in macchina e l’ho lasciato”.
“Noi non ci dobbiamo difendere da niente, non abbiamo nulla da nascondere“, dice il padre di Loris, Davide. L’uomo si scaglia “contro le voci di cortile e le bugie che ci hanno feriti – aggiunge – e uccisi”.
“La signora non è assolutamente soggetto sottoposto a indagine. Questo ve lo posso garantire e assicurare”, ha detto uscendo dall’abitazione degli Stival l’avvocato della signora, Francesco Villardita.
Gli esperti della scientifica hanno bussato alla porta di Orazio Fidone, il cacciatore che sabato scorso ha scoperto il cadavere di Loris in un canalone di Punta Braccetto, e che al momento è l’unico indagato, come atto dovuto, dalla Procura di Ragusa per sequestro di persona e omicidio.
Intanto ieri sera il procuratore capo di Ragusa, Carmelo Petralia, nel corso di un incontro con i giornalisti, durante il quale ha confermato l’esserci al momento una sola persona indagata, ha invitato i media a evitare la popolazione incontrollata di notizie che possano turbare la serenità delle indagini e complicarne lo svolgimento.
“Ci troviamo di fronte a un fatto di inusitata gravità che ha turbato l’opinione pubblica nazionale e anche fuori dall’Italia, e che quindi giustifica la grande attenzione su questa vicenda sia sul fatto in sé che sulle indagini in corso – ha detto Petralia -. Ma perché lo svolgimento delle indagini sia più asettico, sereno, non inquinato inevitabilmente dalla diffusione di notizie che non sono corrispondenti all’esatto tenore delle indagini in corso, o che possono filtrare in qualche modo dagli apparati investigativi e che qualora possano essere vicine turberebbero in modo forse irreparabili delle ulteriori indagini e il loro esito, d’ora innanzi qualunque tipo di informazione utilizzabile saranno quelle che verranno fornite in comunicati stampa o brevi incontri con i media”.