I meravigliosi anni ottanta e novanta con “I cartoni di Lui & Lei”

I meravigliosi anni ottanta e novanta con “I cartoni di Lui & Lei”

Bastano poche note delle intramontabili sigle di cartoni come Lady Oscar, i Puffi o Mila e Shiro che immediatamente si schiacciano i tasti dei ricordi e si ritorna bambini, quando il pomeriggio alle 16 si aspettava Bim Bum Bam e magicamente, o tanto per rimanere in tema dovremmo dire “pimpulo pampulo parimpampum”, ci ritroviamo protagonisti nei grandi saloni della Corte di Francia o siamo pronti a far tremare il regno delle tenebre o del male come Mazzinga.

La rete è invasa da tanti youtuber che sull’onda dei ricordi raccontano le mode, i costumi e i colori degli anni ottanta e c’è chi come Lilletta, al secolo Elisabetta Tosi, che insieme al suo inseparabile gatto e al supporto grafico di Max Rambaldi ha scritto il libro “I cartoni di Lui & Lei”. Oltre 180 pagine di ricordi e di colori che sotto forma di uno speciale diario narrano la storia di maghe, tenniste, campionesse di pallavolo, moschettieri e supereroi che ieri come oggi ci hanno fatto battere il cuore e versare qualche lacrima.

In quanto tempo è stato realizzato “I cartoni di Lui e Lei”?

Dall’ideazione, ovvero dalla telefonata fatta a Max Rambaldi, l’illustratrice, in cui le chiedevo ‘Ma se facessimo un libro?’, alla pubblicazione sono trascorsi 3 anni, in cui abbiamo vagliato innumerevoli grafiche, corretto i testi e buttato giù svariate bozze. E’ stato un lavoro arduo, ma alla fine ci siamo riuscite”.

Lilletta e i suoi ironici video riassunti sui cartoni animati, film, libri e giudizi sugli outfit è diventata una delle star tra gli youtuber più amati e cliccati. Com’è nata questa sua passione? Si ricorda la sua prima volta o meglio il primo video che ha realizzato?

Ricordo bene come un giorno, nel 2014, vidi un video realizzato da Aldo Jones, in cui riassumeva in chiave ironica l’anime di Ken il guerriero, che mi fece letteralmente scoppiare a ridere. Non avevo mai guardato i cartoni della mia infanzia con gli occhi di un adulto. Cercai allora su YouTube se qualcuno avesse riassunto allo stesso modo anche Sailor Moon, il mio anime preferito, ma nessuno se ne era occupato. Al che il mio ragazzo mi disse ‘Ma perché non lo fai tu?’. E da lì nacque tutto…”.

Esiste veramente una linea di confine tra i cartoni di lei e lui? Ci sono anime come Lady Oscar o Hunter in cui la demarcazione è quasi nulla come ha spiegato tutto questo?

Ricordo con molta chiarezza che quando ero piccola non esistevano confini marcati di generi di cartoni: guardavo spesso serie come i cavalieri dello zodiaco, così come i miei compagni seguivano Sailor Moon. Se una serie appassionava con i suoi temi, poco importava che fossero destinati ad un pubblico femminile o maschile”.

I suoi video con uno stile divertente e frizzante raccontano l’infanzia dei ragazzi degli anni 80- 90 ma potremmo definire questa sua arte un modo intelligente per non prendersi mai troppo sul serio e soprattutto non cedere allo scorrere del tempo e non soffocare il peter pan che è in noi?

Lo scopo dei miei video è esattamente questo: riguardare alle glorie della nostra infanzia, ma anche alle opere più moderne, con goliardia e parlare divertendosi di quelle serie che ci tenevano incollati allo schermo. Questi prodotti animati hanno segnato una grande parte della nostra fanciullezza, perché hanno ispirato i nostri giochi, i nostri gusti e, perché no, spesso forgiato piccole parti del nostro carattere”.

Qual è se c’è il cartone a cui è più legata o che ama di più?

Indubbiamente Sailor Moon! Fu il primo esempio animato che seguii che inneggiava ad una sorta di Girl Power, dove le ragazze erano le protagoniste, ed erano loro a salvare il mondo, per una volta! Ma a braccetto andava anche il mistero della pietra azzurra, che univa avventura, leggende e magia, tre argomenti che hanno creato una serie per me indimenticabile”.

Dal 2004 è stata conquistata dall’arte del Cosplay. Ci racconta com’è avvenuto quest’attrazione fatale e soprattutto tra cartoni, anime, manga, videogames, movie e tv qual è il suo preferito?

Il mio primo cosplay fu quello di Yuna da Final fantasy X, e credo che questo sia il videogioco a cui sono più affezionata, perché per la prima volta mi sentii totalmente immersa nella storia commovente che tale gioco raccontava. Abituata ad avventure ludiche quali Tomb Raider, dove la componente d’azione era preponderante, trovarmi di fronte ad un’opera quale FFX dove la trama ed i personaggi non avevano nulla da invidiare ad un film, per me fu una vera svolta”.