Appesa a una corda in camera da letto, trovata quasi morta: sfiorata tragedia a Catania

Appesa a una corda in camera da letto, trovata quasi morta: sfiorata tragedia a Catania

CATANIA – Trovata appesa a una corda, una tragedia sfiorata e una donna ricoverata in codice rosso. Questo quanto accaduto ieri pomeriggio verso le ore 16 in via Acquedotto Greco a Catania.

Ad allertare la polizia una chiamata da parte di un uomo in preda al panico, che ha raccontato di essere stato contattato da una sua paziente: “Mi suicido”, avrebbe detto la donna, prima di chiudere e non dare più alcuna notizia.

Giunti sul posto, due agenti hanno avuto difficoltà a entrare: la porta era chiusa e non era presente il citofono. Così, i poliziotti hanno bussato ripetutamente e, sentendo un cane abbaiare e la voce di una donna poco collaborativa, hanno deciso di fare irruzione con un calcio e di difendersi dal quadrupede facendosi scudo con una bici.

Nel frattempo, fortunatamente, è arrivato il trentaseienne convivente della donna, che ha legato il cane. In questo modo, i due agenti sono entrati nella camera da letto, dove hanno trovato la compagna appesa a una corda e cianotica in viso priva di sensi.

La quarantottenne aveva attaccato il tutto alla bacchetta della tenda, a circa 2,80 metri di altezza. E, mentre uno dei poliziotti la teneva per evitare che si soffocasse, l’altro è salito su un mobile e ha tagliato la corda.

Avendo notato un battito molto flebile, i due hanno cercato di farla rinsavire con acqua e piccoli schiaffetti in viso. La donna ha mostrato segni di ripresa, confondendo però un poliziotto con il figlio Antonio, probabilmente per lo stato confusionale. Nel frattempo, è giunta un’ambulanza, che l’ha trasportata in codice rosso all’ospedale Vittorio Emanuele.

La vittima dell’accaduto soffre di disturbi psichici e, con ogni probabilità, ha tentato di togliersi la vita per la lontananza dal figlio.

In un’altra stanza, poi, è stata trovata a letto sua madre, 69 anni. La donna non si è resa conto di quanto accaduto a causa delle sue condizioni precarie di salute.