CATANIA – Personale medico insufficiente, turni stressanti e disfunzioni sul piano dell’offerta sanitaria. Sono queste le problematiche che stanno mettendo in seria difficoltà i servizi relativi alla salute e il diritto di accesso alle cure delle comunità di tutto il comprensorio catanese. È la denuncia di Calogero Coniglio, segretario regionale della Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei.
“Il rischio – commenta Coniglio – è quello di generare un vero e proprio corto circuito nei servizi sanitari della città. A oggi, peraltro, non si è registrato alcun seguito da parte della direzione dell’A.O.U. Policlinico Vittorio Emanuele alla nostra nota n. 4119/05/18 del 24 settembre 2018 dove venivano puntualmente richiamate le oggettive criticità riguardanti sia l’azienda e sia il nuovo pronto soccorso“.
“Domande non negoziabili che aspettano ancora risposte, per quanto riguarda la sicurezza, l’attivazione di un presidio di polizia, di quante risorse professionali, personale medico, infermieristico, tecnico e di supporto, saranno impegnate nel progetto di apertura del pronto soccorso, con quale criterio è stata fatta la scelta degli operatori, quali protocolli attiverà l’azienda per garantire la sicurezza fisica degli operatori addetti al triage del pronto soccorso e come sopperirà alle gravi carenze funzionali e di personale, in cui versa l’azienda“.
“Le risposte si spera arrivino prima dell’inaugurazione. Ne abbiamo abbastanza – prosegue Coniglio – essendo stati abbondantemente superati i tempi ragionevoli per un intervento efficace. Qual è il programma della Regione e della direzione per risollevare le sorti dell’azienda che comprende non solo il Policlinico ma anche i presidi del Vittorio Emanuele, del Santo Bambino e del Santa Marta, garantendo i servizi basilari in una realtà che riveste un ruolo di filtro ed è punto di riferimento per l’assistenza sanitaria del territorio catanese?“.
“Fin qui, le scelte di ridimensionamento degli anni passati hanno accresciuto il disagio tra gli utenti e la precarietà del personale, ormai ridotto al lumicino. Se oggi taluni servizi continuano ad essere assicurati è solo grazie al senso di responsabilità e all’abnegazione del personale sanitario“.
“Giunti a questo punto – aggiunge Salvatore Bellia, componente di segreteria territoriale – chiediamo di conoscere gli atti di programmazione e i provvedimenti immediati che s’intendono assumere prima, considerato che oltre agli ospedali catanesi, diverse realtà sanitarie della regione e tantissimi cittadini stanno pagando un prezzo altissimo per scelte dissennate della politica. Non si può attendere oltre. Servono provvedimenti immediati e risolutivi per fronteggiare difficoltà che sono una zavorra al sistema sanitario siciliano, sempre più indebolito e interessato da consistenti flussi di emigrazione per prestazioni fuori regione“.