Catania, procacciatore d’affari Enel inganna cliente e finisce in tribunale grazie alla denuncia del Codacons

Catania, procacciatore d’affari Enel inganna cliente e finisce in tribunale grazie alla denuncia del Codacons

CATANIA – Si svolgerà al Tribunale di Catania il processo che vede imputato un procacciatore d’affari che avrebbe stipulato falsi contratti con la società Enel Energia S.p.a. per la fornitura di energia elettrica per uso domestico. Dopo la denuncia depositata dal Codacons negli anni scorsi alla Procura della Repubblica di Catania, il reato contestato è sostituzione di persona, che prevede la pena della reclusione fino a un anno.

Nel caso in questione, l’utente a cui veniva distaccata la corrente elettrica ha contattato la società Enel Servizio Elettrico per avere delucidazioni in merito ed è venuto a conoscenza che non era più cliente della società che fa parte del mercato tutelato, bensì della società Enel Energia, appartenente al mercato libero. Tutto questo senza che l’utente avesse mai chiesto il cambio di gestore, né tanto meno che fosse stato avvisato del passaggio a un altro fornitore.

Il falso cliente, assistito dal Codacons, ha inoltrato a Enel Energia la domanda per avere una copia del contratto. Una volta ricevuta quest’ultima ha constatato che tutte le firme apposte erano apocrife, così come falsi risultavano i recapiti indicati. Inoltre i servizi aggiuntivi e le promozioni indicati nel contratto non erano mai stati richiesti. Così il Codacons, attraverso l’avvocato Carmelo Sardella, dirigente dell’ufficio legale, aveva deciso di denunciare i fatti alla Procura di Catania.

“Giovani procacciatori d’affari, senza scrupoli – afferma Sardella –, approfittano della buona fede degli ignari clienti e a loro insaputa, a volte, registrano nuovi contratti incamerando le dovute commissioni. I metodi usati dai procacciatori sono spesso illegali”.



Un venditore porta a porta è tenuto a qualificarsi, dichiarando il proprio nome e quello della società per cui lavora. Se ha intenzione di vendere un servizio, deve affermarlo chiaramente. La prima cosa da fare, quindi, è farsi mostrare un documento identificativo e chiedere subito se si tratta di un tentativo di vendita. Inoltre è tenuto a presentare un prospetto informativo con tutti i dettagli dell’offerta. “Bisogna sempre diffidare di tutti – aggiunge Sardella –. In teoria sarebbe meglio non aprire la porta: deve essere l’ utente a contattare per primo l’ azienda, dopo aver studiato le offerte, e non viceversa”.

“Il problema di fondo è che per stipulare un contratto – afferma Sara Seminara, coordinatrice regionale Codacons – sono sufficienti pochi dati: questo favorisce i procacciatori disonesti, attratti dagli incentivi alla produzione”. 

La prima regola precauzionale quindi è quella di non rilasciare in maniera superficiale i propri dati sensibili, neppure online. Peraltro il cosiddetto codice Pod, punto di prelievo dell’energia dalla rete elettrica nazionale, personale e visualizzabile sulla bolletta dell’energia elettrica, si ricava facilmente aggiungendo la dicitura “IT00” al “numero del cliente”, che si ottiene schiacciando un tasto sul contatore. Questo significa che bisogna fare attenzione a non consentire un facile accesso ai contatori da parte di estranei.

Immagine di repertorio