COMISO – Aula consiliare occupata la scorsa notte a Comiso dall’opposizione per protestare contro quello che viene definito “un gravissimo sopruso”. Il casus belli, che ha tenuto per tutta la notte svegli i consiglieri Francesco Terranova, Giorgio Assenza, Dante Di Trapani, Valentina Damiata, Salvatore Romano, Roberto Cassibba, Maria Rita Schembari, Alberto Belluardo e Giuseppe Alfano (del Pdl e Comiso Vera) riguarda la decadenza di un membro del collegio dei revisori avviata dal presidente degli stessi revisori per tre assenze reiterate.
“Si tratta di un gravissimo sopruso – hanno spiegato in consiglieri – della maggioranza consiliare che, dando seguito ad un provvedimento intenzionalmente preordinato alla estromissione di un componente del collegio dei revisori dei conti, la cui unica colpa consisteva nell’esercitare scrupolosamente il proprio ruolo di controllo, ha pronunciato la decadenza dello stesso. Si è trattato di una manovra assolutamente vergognosa, partorita dalla fervida mente di qualcuno e portata pervicacemente alle estreme conseguenze con la complicità di tanti! Crediamo che, a memoria d’uomo, sia la prima volta nella storia della democrazia cittadina e forse di tutti i Consigli comunali, si sia arrivati così in basso”.
Per protestare, inoltre, i consigliere hanno indossato una maglietta con la scritta “l’amministrazione non vuole controlli”. “Auspichiamo venga attentamente esaminato dalle autorità preposte e dagli organi inquirenti – aggiungono – che invitiamo fin da ora a procedere all’acquisizione degli atti relativi al procedimento, che ha portato alla decadenza, e alle registrazioni della seduta dell’odierno consiglio comunale”.
“C’è stata una votazione a scrutinio segreto – spiega a NewSicilia.it il consigliere Dante Di Trapani – per acclarare la decadenza del revisore. E’ un atto di una scorrettezza inaudita e doveva esserci voto palese e pensiamo che si tratti di qualcosa architettata ad hoc. Continueremo a vigilare su questa vicenda”.
A stretto giro di posta ha risposto il Pd attraverso il capogruppo Gaetano Scollo: “Avremmo voluto esprimere viva sorpresa per il comportamento dell’opposizione consiliare in merito alla vicenda della decadenza, per violazione del regolamento comunale di contabilità in combinato con l’art. 235 del DLgs 267/2000, di uno dei componenti il collegio dei revisori dei conti del Comune di Comiso”.
“Purtroppo però – aggiunge Scollo – l’innalzamento dei toni e l’occupazione dell’aula consiliare al termine della seduta di ieri del civico consesso non costituiscono affatto una sorpresa, anzi, si inseriscono perfettamente nelle modalità di comportamento di una opposizione che anziché lavorare in consiglio comunale e nelle sedi opportune cerca il colpo ad effetto e la propaganda strumentale”.
Per l’esponente dem si tratta di una protesta “a beneficio degli organi di informazione“.
“Di recente abbiamo assistito – conclude Scollo – al posto di contributi costruttivi o partecipazione ai lavori d’aula su provvedimenti importanti per la vita del nostro Ente, a proposte di dimissioni di massa, proposte di manifestazioni eclatanti, persino invocazioni di commissariamenti e scioglimento del consiglio. A differenza di chi urla alla luna, noi abbiamo sempre preferito lavorare nelle sedi opportune e prenderci le nostre responsabilità, garantendo, come i fatti hanno poi dimostrato, un percorso di crescita e risanamento alla nostra città”.
“Vale la pena rilevare come, dati gli esiti della votazione, se davvero l’opposizione avesse voluto che il procedimento fosse archiviato – conclude il capogruppo -, al di là delle urla e della propaganda, avrebbe potuto semplicemente restare in aula e votare in questo senso. L’archiviazione sarebbe stata certa, fugando così ogni dubbio su presunti soprusi della maggioranza, su presunte volontà di evitare controlli di qualche tipo, su presunte volontà prevaricatrici. Sospetti, illazioni e dietrologie che verranno del resto facilmente smentite quando sarà il momento di votare per il revisore che completerà il collegio, il quale sarà naturalmente espressione di quella stessa minoranza che oggi grida a chissà quale scandalo, non esistendo alcuna volontà di utilizzare la vicenda di ieri per penalizzare l’attività di verifica e controllo che delle opposizioni è propria”.