Dopo essere stato arrestato nel 2016, quando la vittima aveva solo 12 anni, all’ex parroco ieri è arrivata la condanna: sono 5 gli anni di reclusione che dovrà scontare, come stabilito dal tribunale di Brescia con rito abbreviato.
Il pubblico ministero Ambrogio Cassani aveva chiesto una condanna pari ad anni 10, mentre la difesa la piena assoluzione di Don Angelo. Questi ha avuto a suo carico, sin dal momento della denuncia, gravi indizi di colpevolezza: una coperta sulla quale avvenivano i rapporti tra i due, nonché profilattici, sexy toys e olii lubrificanti profumati, custoditi in una cassaforte, lontani da occhi indiscreti. La vittima fu minacciata di “finire all’inferno”.
La comunità a cui apparteneva Blanchetti si è mostrata sempre divisa in due: chi l’ha difeso a spada tratta, attribuendogli solo magnanima dolcezza e credendolo semplicemente vittima di un complotto; chi, invece, si è detto inorridito da tali notizie. Tra questi ultimi i genitori della vittima, che sono stati risarciti.
Il ragazzino ha subito i rapporti con il religioso per almeno due anni, è stato ricattato e minacciato, al fine di non far scoppiare lo scandalo. Tuttavia, ugualmente il ragazzo è riuscito a trovare la forza di confidarsi, all’interno di un’altra organizzazione religiosa che, sconvolta dai racconti, decise di presentare una denuncia.
Particolare la posizione della Diocesi di Brescia che, davanti a una sentenza di primo grado, non crede di avere ancora le idee chiare su quanto accaduto: “Riteniamo che in queste situazioni siano sempre doverosi il rispetto e la cautela. Mentre intendiamo esprimere solidarietà alle vittime di ogni abuso, sappiamo che un accusato ha diritto a essere pensato innocente fino a che intervenga una sentenza definitiva di colpevolezza”.