Il Consiglio superiore della sanità (Css) in un parere richiesto dal ministero della Salute sul tema, in riferimento ai “prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa“ ha ritenuto che “non può essere esclusa la pericolosità”.
“I prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa – evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti – sono attualmente venduti nei ‘canapa shop’ come un prodotto da collezione, dunque non destinato al consumo”.
Secondo quanto indicato, “la biodisponibilità di Thc anche a basse concentrazioni non è trascurabile – continua D’Agata -, sulla base dei dati di letteratura. Per le caratteristiche farmacocinetiche e chimico-fisiche, Thc e altri principi attivi inalati o assunti con le infiorescenze di cannabis sativa possono penetrare e accumularsi in alcuni tessuti, tra cui cervello e grasso, ben oltre le concentrazioni plasmatiche misurabili; tale consumo avviene al di fuori di ogni possibilità di monitoraggio e controllo della quantità effettivamente assunta e quindi degli effetti psicotropi che questa possa produrre, sia a breve che a lungo termine”.
Il Css mette però in guardia rispetto a un possibile uso di tali prodotti, avvertendo che “non può essere esclusa la pericolosità” della cosiddetta cannabis o marijuana light. Per questo “raccomanda che siano attivate nell’interesse della salute individuale e pubblica misure atte a non consentire la libera vendita”.