CATANIA – Non stentano a placarsi le polemiche per quanto concerne la Robur Siena. Dopo il rigore concesso in favore dei bianconeri contro la Reggiana, che è valso la qualificazione ma con una vergognosa invasione di campo da parte dei tifosi ospiti, a lamentarsi stavolta è Catania e il Catania.
Catania come città, se si analizza l’aspetto della tifoseria, uscita sconfitta a prescindere dal risultato, poiché è stata vietata la trasferta ai supporters residenti in Sicilia e anche perché il tiro dagli undici metri non concesso nei minuti di recupero ha destato non poco scalpore.
A lamentarsi di quest’ultimo aspetto, sul rettangolo di gioco, è stato anche il Catania, come squadra. Dopo la caduta di Andrea Russotto in area, il Siena riparte: Maks Barisic commette un fallo che il direttore di gara sanziona con il giallo. Scattano le veementi proteste dei calciatori etnei, tutti attorno all’arbitro. Dalle immagini, il primo a protestare sarebbe stato Luca Tedeschi, difensore, che avrebbe urlato: “Ma come fai! Come fai a non fischiare!”. Successivamente, è stato il capitano Marco Biagianti ad avere un confronto con il signor Ivan Robilotta.

Il presunto fallo in area di rigore del Siena al 91’ (foto: highlights Eleven Sports)
Siena-Catania, tuttavia, non è stata una gara che ha vertuto intorno all’episodio che si è verificato al 91’. I minuti di gioco, infatti, sono stati 95’ e nell’arco di questo tempo, i bianconeri hanno trovato il gol con Alessandro Marotta, il capitano. Errore di Matteo Pisseri nell’azione: il portiere rossazzurro, solito a prestazioni più che sufficienti e a volte di sostanza, stavolta calcola male il tempo d’uscita e l’attaccante bianconero ne approfitta.
Un minuto prima, al 68’, Andrea Mazzarani aveva avuto la chance per portare avanti i suoi. Errore madornale. In precedenza, aveva sbagliato anche Andrea Russotto, colpevole di non aver colto il rimpallo in area che avrebbe potuto battere Pasquale Pane, portiere del Siena. Al 95’, poi, Davis Curiale sceglie di battezzare il primo palo anziché il secondo, la palla va fuori.
Il tecnico etneo, Cristiano Lucarelli, non le manda a dire nell’intervista post partita rilasciata a Rai Sport: “Abbiamo perso con una squadra che non ha mai tirato in porta”. Probabilmente, al “Franchi“ si è visto un Catania che ha saputo reggere il confronto con una grande squadra, tenendo bene il campo ma sprecando troppo, perché “occorre essere efficaci sotto porta, al di là dei moduli”, commenta l’ex attaccante del Livorno.
Resta, comunque, una sfida apertissima. A saperlo bene è Michele Mignani, allenatore della Robur. Sempre ai microfoni di Rai Sport: “Bisogna portare l’entusiasmo da Siena, metterlo nei bagagli e andarci a giocare la partita più importante”.
L’”Angelo Massimino” di Catania, infatti, sarà lo scenario della sfida di ritorno, in programma tra tre giorni. Secondo quanto comunicato dall’ufficio stampa degli etnei, sarebbero già stati venduti 5mila biglietti in due giorni: con questi ritmi, si potrebbe puntare al record stagionale di 18mila presenze.
La finale di Pescara passa dalla Sicilia, con un gol il Catania manderebbe la sfida ai supplementari, con due (senza subirne) andrebbe in finale. Non c’è la regola del gol in trasferta, come è solito vedere nelle competizioni europee: con un 2-1 per i rossazzurri, infatti, si proseguirebbe per altri 30 minuti.
Nulla è semplice, tantomeno scritto: dopo un primo atto infuocato, bisogna aspettarsene un altro altrettanto rovente.
Foto tratta da: Corriere dello Sport



