La fertilità femminile diminuisce gradualmente ma in modo significativo con l’avanzare dell’età. Ecco perché, quando si assistono pazienti che desiderano una gravidanza, può essere importante accrescere la loro consapevolezza per quanto riguarda gli effetti dell’età sulla fertilità.
Oggi le donne hanno la libertà e l’abilità di pianificare l’età della gravidanza, grazie all’emancipazione del lavoro femminile e all’efficacia dei metodi contraccettivi.
Di conseguenza la prima gravidanza viene posticipata considerevolmente da molte donne e un numero crescente di persone decide in giovane età di non avere figli, per poi cambiare idea successivamente.
L’età media della gravidanza in Italia è passata dai 29 anni ai 31 anni solo negli ultimi trent’anni. Tuttavia questo ritardo potrebbe non essere sempre voluto. Alcune volte può derivare dalla necessità di doversi sottoporre a un trattamento di procreazione assistita o dall’impossibilità di concepire .
I risultati degli studi demografici mostrano che i tassi di fertilità (numero di figli per donna) sono in calo in molti Paesi e che l’Europa è il continente con il tasso di fertilità più basso.
Il tasso di fertilità in Italia nel periodo 2010-2015 è stato di 1,43, inferiore a quello del Mondo e a quello dell’Europa.
La menopausa è l’ultimo passaggio nel processo di invecchiamento ovarico. Ogni donna nasce con una determinata popolazione di ovociti sani e, man mano che invecchia, riduce naturalmente il numero di ovociti nelle ovaie attraverso il processo dell’atresia.
Il numero medio di ovociti è di 300.000-500.000 alla pubertà, 25.000 all’età di 37 anni e 1.000 all’età di 51 anni.
Questa diminuzione del numero di follicoli correlata all’età causa irregolarità del ciclo e, nella fase finale, la cessazione delle mestruazioni. Anche se la riduzione della quantità di uova è un potente fattore dell’orologio biologico, il declino della qualità delle uova con l’età è un fattore ancora più importante. Il deterioramento della qualità degli ovociti contribuisce al graduale declino della fertilità, fino ad arrivare alla sterilità naturale.
La possibilità di ottenere una gravidanza in un dato mese è infatti legata alla probabilità che l’ovocita selezionato biologicamente in modo casuale e ovulato sia geneticamente normale. Se l’ovulo è anormale, l’esito più probabile è l’assenza di gravidanza, dovuta all’impossibilità di fecondazione o di impianto. Le donne più anziane, che hanno una percentuale più elevata di ovociti anormali, avranno quindi ogni mese una minore probabilità di gravidanza. La fecondità delle donne inizia a diminuire intorno ai 32 anni e diminuisce più rapidamente dopo i 37 anni.
Con l’aumentare dell’età, aumentano anche i rischi di altri disordini che possono influire negativamente sulla fertilità, come leiomiomi, malattia tubarica ed endometriosi. Vari fattori legati allo stile di vita e all’ambiente circostante, di cui il fumo è il più studiato, sono stati associati a una menopausa precoce. Le donne con una storia di chirurgia ovarica, chemioterapia, radioterapia, endometriosi, fumo, infezione pelvica e una forte storia familiare di menopausa precoce potrebbero essere a rischio per la diminuzione prematura nelle dimensioni del pool follicolare.
I tassi di gravidanza dopo il concepimento spontaneo o dopo la fecondazione assistita diminuiscono significativamente con l’avanzare dell’età, mentre i tassi di aborto spontaneo aumentano in modo progressivo: l’età media di aborto spontaneo per le donne italiane è di 35,18 anni, ma l’età media del parto è di 31,47 anni.
Inoltre l’età materna avanzata può causare complicanze fetali e ostetriche. Il declino della fertilità correlato all’età è accompagnato da aumenti significativi nei tassi di aneuploidie, di cui la trisomia autosomica è la più frequente. Recenti evidenze scientifiche fanno supporre anche un’associazione tra età materna e paralisi cerebrale, disturbi neurocognitivi e psichiatrici.
Nelle donne di età inferiore ai 35 anni si consiglia solitamente una valutazione dell’infertilità dopo un anno di rapporti sessuali non protetti regolari. Data la diminuzione della fertilità correlata all’età e il più alto rischio di aborto spontaneo, le donne di età superiore ai 35 anni potrebbero dover ricevere una valutazione e sottoporsi a un trattamento dopo 6 mesi di tentativi di concepimento falliti o anche prima, se clinicamente indicato. Nelle donne di età superiore ai 40 anni, sono necessarie valutazioni e trattamenti più immediati.