“È nata la Repubblica Italiana”, storia di una foto-icona: chi era il volto della speranza

“È nata la Repubblica Italiana”, storia di una foto-icona: chi era il volto della speranza

È nata la Repubblica Italiana“. Recita così la storica prima pagina del Corriere della Sera che da oltre 70 anni accompagna le celebrazioni della Festa nazionale del 2 giugno, fino quasi a diventarne il simbolo ufficioso.

A renderla immortale il sorriso di una giovane che sbuca letteralmente dalla pagina e l’occhio sapiente del fotoreporter Federico Patellani che seppe racchiudere in quella foto di una ragazza raggiante del giugno del 1946 lo spirito con il quale l’Italia cambiava storicamente volto (abbandonando la monarchia e proclamando la Repubblica) e rendendo vivida in un’immagine la speranza di un Paese che si lasciava alle spalle gli anni bui della guerra e del regime fascista e guardava avanti con ottimismo.

Un’immagine così forte e vitale che quasi rischia di perdere parte del suo fascino se si pensa che il fotografo, prima di arrivare allo scatto perfetto, fece diversi tentativi: nei provini, infatti, la giovane prima legge il giornale, poi posa pensosa accanto a un giornale murale e, ancora, felice stringe il quotidiano in una mano e alza l’altro pugno al cielo.

Ma per quel racconto politico-giornalistico, per salutare l’alba di una nuova era serviva una foto-icona.



La famosa immagine fu pubblicata per la prima volta il 15 giugno del 1946 sulla copertina del settimanale Tempo, nella cui redazione Patellani lavorava a tempo pieno, con l’eloquente titolo “Rinasce l’Italia“.

Ci sono voluti 70 anni per dare un nome a quella giovane il cui viso è ormai parte integrante della storia del nostro Paese. A risalire alla sua identità sono stati i giornalisti Giorgio Lonardi e Mario Tedeschini Lalli che, sarà per uno strano disegno del destino o forse no, hanno reso nota l’identità della ragazza simbolo della nascita della Repubblica proprio sulle pagine del quotidiano Repubblica: “Si tratta di Anna Iberti, futura moglie di Franco Nasi, uno dei primi giornalisti del Giorno“.

Dal carattere riservato, Anna non parlava molto dell’episodio che ne ha consegnato l’immagine e il ricordo alla Storia italiana. Quando la foto fu scattata, la giovane aveva 24 anni e non era ancora sposata; lavorava come impiegata nell’amministrazione del quotidiano “Avanti!”, sulla cui terrazza venne catturato il celebre scatto. Il matrimonio con il giornalista Nasi venne celebrato nel 1949, a giugno, quasi che quel mese dovesse essere legato in modo inequivocabile alla sua storia, “pubblica” e privata. Dopo aver lasciato il lavoro, Anna si dedicò interamente al ruolo di madre di famiglia e si spese in attività di forte impegno sociale. È mancata nel 1997.

Le due firme di Repubblica, ricostruendo la storia di quel sorriso, hanno fatto un’altra curiosa scoperta: l’uomo che ha regalato all’Italia repubblicana il suo simbolo più accattivante e riconosciuto, era monarchico, come confessato dal figlio Aldo. Di Patellani, inoltre, era l’immagine che ritraeva Umberto di Savoia, Maria José e i principini sorridenti nei giardini del Quirinale che invitava a votare per la monarchia. Non altrettanto d’impatto, evidentemente, per far breccia nei cuori degli italiani che presto smisero i panni di sudditi per farsi cittadini sotto l’effige della Repubblica.

Fonte foto: Corriere della Sera