QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.
Si splende di monotonia, ma raramente si vede chi splende di vita!
Questa società impiantata sul protagonismo, sull’apparire e non sull’essere, hanno reso tale che la vita sia un dono da custodire gelosamente, ma perché essere egoisti della vita? Ognuno di noi ha la propria vita ma in pochi sanno vivere.
C’è chi sopravvive soltanto
C’è chi esiste soltanto, non prende le redini in mano per andare avanti ma vaga in prossimità del destino e di cosa gli porterà incontro
C’è chi vive finché può, perché il mondo gli è crollato addosso così tante volte che non ha più le forze e tanto meno la voglia di portare a termine la vita che è un mix di delusioni, vittorie, esperienze che per affrontarle ti accendono un essenza che se lo vorrai non si spegnerà mai.
Tutti questi casi, possono solamente moltiplicarne altri, quindi bisognerebbe dare lezioni di vita, perché in giro le persone splendono di monotonia, raramente si vede chi splende di vita, a eccezione degli artisti, dei cantanti e dei poeti.
Loro hanno così tanta abbondanza di amore per la vita che lo riversano sulle loro composizioni regalandoci emozioni di cui abbiamo un disperato bisogno per non spegnerci insieme ai cellulari.
La vita, il più grande dono, è come un piccolo animaletto che abbiamo tra le mani e che potrebbe fuggire da un momento all’altro e cresce, dentro di noi, un enorme senso di vuoto; ma allora qual è il modo giusto di affrontare la vita?
Utilizzare il tempo che abbiamo, dedicandosi esclusivamente all’introspezione e alla crescita personale può essere importante, ma la vita è un’altra cosa. Per apprezzare il nostro tempo bisogna vivere e non rilegarsi in un mondo che costruiamo dentro noi stessi abbandonando tutto e tutti. Il rifugio dentro la nostra testa diventerebbe ben presto una prigione attraverso cui osservare il mondo che va avanti lasciandoci indietro, dimenticandosi di noi. All’inizio non ci daremmo peso ma, avvicinandoci alla morte, ci scorrerebbe davanti agli occhi la vita che non avremmo potuto vivere.
Allo stesso tempo lasciarsi trascinare dalla frenesia della vita è sbagliato, non vale la pena passare tutto il tempo a nostra disposizione cercando di raggiungere obiettivi che ormai non sentiamo nemmeno più nostri. Trascurare noi stessi per obiettivi fini a se stessi. Diventare una persona affermata, avere abbastanza soldi da vivere nell’agio e poi non avere nemmeno un po’ di tempo da dedicare a ciò che ci piace sul serio, l’avere un bel lavoro, l’avere il portafoglio pieno e il tempo che scorre veloce travolgendoci, può davvero renderci felici?
Come sempre la ragione sta nel mezzo. Il porsi degli obiettivi da raggiungere e la soddisfazione professionale sono importanti quanto il ritagliarsi del tempo per se stessi.
Sfruttare le nostre energie per arrivare a fare il lavoro dei nostri sogni per poi arrivare a casa e, esausti, alleggerire la nostra anima con la riflessione o con la lettura.
Questo è il modo giusto di vivere: sfruttare la meditazione e la dolcezza delle parole dei libri per darci la forza e la consapevolezza di noi stessi necessari a vivere al meglio e a ottenere soddisfazioni fuori da quell’angolo di mondo che ci siamo ritagliati.
Sofia Musumeci
Classe III Sez. O – Liceo Scientifico “Galileo Galilei”, Catania