PALERMO – Secondo i dati Miur relativi all’anno scolastico 2016-17, gli alunni disabili nelle scuole italiane sarebbero l’8,3% in più rispetto agli anni 2014-15. Il prospetto presentato dal Miur evidenzia però non solo l’aumento del numero degli alunni con certificato di disabilità nelle scuole, ma anche un apparente miglioramento generale nei metodi di inclusione e un aumento delle insegnanti di sostegno.
Purtroppo la situazione è un po’ diversa per la Sicilia, che sembra aver visto un aumento evidente nel numero degli studenti diversamente abili (ad ora nella nostra regione sarebbero circa 724 in più rispetto ai dati degli anni precedenti), ma non nel numero di insegnanti di sostegno al loro servizio.
La Sicilia è una delle regioni con la percentuale più alta di alunni disabili (circa 3,3%, con picchi di 3,8% e 4,5% rispettivamente nella scuola primaria e secondaria di primo grado) e quel che preoccupa il Ministero dell’Istruzione, ma anche le autorità, i sindacati e gli insegnanti siciliani è la possibilità che le risorse a disposizione non siano sempre sufficienti a soddisfare interamente le loro necessità.
I dati Miur in merito non sembrano particolarmente incoraggianti e fanno riflettere: infatti, in Sicilia, almeno per quanto riguarda le scuole statali, il rapporto tra il numero di alunni con disabilità e i posti di sostegno di fonte organico di fatto è di circa 1,80.
Si tratta di un dato in linea con la media nazionale e meno preoccupante rispetto al resto del Mezzogiorno (dove il rapporto scende a 1,61, con il valore più basso di 1,41 registrato in Molise e Campagna), ma allo stesso tempo è molto inferiore rispetto al rapporto esistente nelle regioni del nord (quella nella situazione migliore da questo punto di vista è la Liguria, con un rapporto di 2,54).
Nonostante l’abbassamento del rapporto nell’arco dell’ultimo decennio interessi quasi l’intera nazione, in Sicilia la situazione sembra aver attirato maggiormente l’attenzione di media e autorità, che hanno espresso la loro preoccupazione per la situazione in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico a settembre 2018.
Più che carenza di docenti di sostegno, ad allarmare è il numero basso di docenti con contratto a tempo indeterminato. Nel focus sui principali dati relativi agli alunni con disabilità pubblicato recentemente, il Miur certifica che “dei 139.554 docenti per il sostegno nell’anno scolastico 2016-2017, 87.605 hanno un contratto a tempo indeterminato e 51.949 un contratto a tempo determinato”. Sembra che la quota di insegnanti per il sostegno a tempo indeterminato sul totale dei docenti di questa categoria, attestata al 62,8%, sia la più bassa degli ultimi 15 anni, con l’eccezione dell’anno scolastico 2006-2007, dove il valore era intorno al 48%.
Il dato è stato oggetto delle richieste di ricorso e di intervento da parte dei sindacati, come l’Anief, che sostenendo l’iniziativa “Non un’ora di meno” cerca di stabilizzare, per quanto possibile, la difficile situazione degli insegnanti e di garantire agli alunni disabili e alle loro famiglie la possibilità di un sostegno continuo e più cospicuo.
A destare preoccupazioni è anche il numero di ore di sostegno assegnate a ciascun alunno che ne necessita: sebbene questo numero sia più alto proprio nel Mezzogiorno (i dati Istat in merito parlano di 16,1 e 12,9 ore rispettivamente per le scuole elementari e medie), sembra che molte famiglie ritengano il numero delle ore insufficiente rispetto alle necessità dei disabili nell’ambito scolastico e si impegnano ogni anno a richiedere alle istituzioni maggiore aiuto per le vittime più innocenti di tutti questi disagi, i disabili.
Oltre ai problemi relativi al sostegno, ci sono secondo le famiglie anche altre difficoltà da gestire: secondo i dati Istat relativi all’integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, pubblicati lo scorso 16 marzo, per sostenere gli alunni con disabilità sarebbero necessari incontri scuola-famiglia più frequenti, un maggiore utilizzo delle nuove tecnologie e maggiori possibilità per gli allievi interessati di ricevere sostegno per eventuali attività extrascolastiche, quali gite d’istruzione o laboratori.
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