La settimana dal 21 al 27 maggio quest’anno è stata scelta per celebrare la settimana mondiale della tiroide, finalizzata alla prevenzione e alle campagne di informazione sulle disfunzioni della tiroide.
Secondo i dati rivelati dal CRO (Centro di Riferimento Oncologico) di Aviano in uno studio condotto in collaborazione con l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro di Lione e l’Airtum (Associazione italiana dei registri tumori), l’Italia sarebbe in cima ai paesi europei per l’elevato tasso di incidenza di tumori alla tiroide (si parla di circa 15mila nuovi casi solo nell’ultimo anno), ma anche per il numero eccessivo di casi di sovradiagnosi, che corrisponderebbe quasi al 70%.
Nonostante molti problemi tiroidei siano facilmente curabili, questi non sono assolutamente da sottovalutare, in particolare nelle aree dove la percentuale di popolazione colpita da malattie legate alla tiroide risulta essere pericolosamente alta, come in Sicilia.
Diversi elementi rendono la Sicilia una delle regioni italiane più colpite dai problemi alla tiroide: si va dai deficit della dieta locale, naturalmente povera di iodio, ai fattori legati alle situazioni geo-ambientali, come la prossimità a vulcani e aree geotermiche (un problema che incide in maniera drammatica nel settore orientale, soprattutto nella provincia di Catania, per la vicinanza dell’Etna).
Nonostante i problemi alla tiroide siano comuni in Sicilia, la qualità dell’informazione sull’importanza e il corretto funzionamento di questa ghiandola, sui sintomi, sulla diagnosi e sulle categorie più a rischio è ancora molto scarsa e soggetta a pregiudizi.
La tiroide è una ghiandola endocrina posta alla base del collo, che produce l’ormone tiroideo, soggetto a un forte controllo dell’ipofisi, che regola diverse funzioni metaboliche, quali il funzionamento del sistema nervoso centrale e del sistema cardiocircolatorio e l’accrescimento corporeo.
Il corretto funzionamento della ghiandola è garantito in parte dal giusto apporto di iodio che, secondo gli esperti, dovrebbe aggirarsi intorno ai 150 microgrammi al giorno (più alto per le donne in gravidanza, al fine di evitare lo sviluppo di forme di ipotiroidismo materno o materno-fetale, e durante l’allattamento). Spesso però proprio la dieta può comportare l’assunzione di quantità eccessive o troppo scarse di questa sostanza e causare diversi problemi alla tiroide.
Alcuni di questi possono essere:
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Il gozzo, cioè un aumento di volume della ghiandola tiroidea;
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Ipertiroidismo o ipotiroidismo, rispettivamente rilascio eccessivo e troppo basso di ormone tiroideo;
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Tumori di forma benigna o maligna (secondo i dati dell’Atlante Sanitario dell’Assessorato della Salute della Regione Siciliana relativi agli anni 2003-2011, in Sicilia si parla di oltre 2mila casi per gli uomini e oltre 8mila per le donne);
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Malattie autoimmuni, poco conosciute e ancora al centro degli studi degli specialisti. Alcune delle più comuni sono la tiroidite di Hashimoto, spesso connessa a fattori genetici, e la tiroidite post-partum, che colpisce, spesso in maniera transitoria, alcune donne dopo il parto.
I sintomi di tutte queste patologie sono diversi: stanchezza eccessiva, letargia (difficoltà mnemoniche e lentezza mentale), capelli secchi e fragili, pelle disidratata, alterazioni mestruali (nel caso delle donne), debolezza muscolare e variazioni consistenti e repentine del peso.
Questi sintomi possono segnalare diverse patologie, da semplici noduli a tumori o, nei casi più gravi, blocchi della tiroide, che provocano problemi molto gravi, dall’eccessivo aumento o diminuzione del peso al blocco delle normali funzioni fisiche e ormonali dei pazienti colpiti (nel caso delle donne possono causare perfino la fine del ciclo mestruale).
Al contrario di quanto si possa immaginare, le disfunzioni tiroidee non caratterizzano solo la popolazione adulta, anzi: la maggior parte dei sintomi si manifestano in alcuni soggetti già in età prescolare. In particolare, i bambini e gli adolescenti sono le categorie che subiscono le conseguenze peggiori dei disagi ambientali, come gli agenti cancerogeni di origine vulcanica nel caso della Sicilia, che, secondo i risultati di uno studio dell’International Institute of Anticancer Research (Istituto internazionale per la ricerca sul cancro), sarebbe tra le principali cause dell’aumento di problemi alla tiroide in età pediatrica.
A essere particolarmente a rischio sono anche anziani, donne incinte e, nel caso delle patologie tiroidee autoimmuni, persone predisposte che hanno casi di malfunzionamento della tiroide in famiglia.
I metodi migliori per diagnosticare eventuali patologie alla tiroide sono le ecografie e gli esami al sangue.
In occasione della settimana dedicata alla prevenzione dei problemi tiroidei, a Catania si è svolto il 19 maggio, alle ore 9,30 del mattino, un incontro informativo aperto al pubblico nella sala convegni dell’Istituto Oncologico del Mediterraneo di Viagrande. Chi vi ha preso parte, avrà anche la possibilità di prenotare un’ecografia tiroidea gratuita da svolgersi tra il 21 e il 26 maggio (valida solo nel caso di prime visite).
Altri ospedali in tutta la regione (e nel resto della nazione) offriranno screening ecografici tiroidei gratuiti, su prenotazione, nel corso della settimana e materiale informativo sulle innovazioni diagnostiche e terapeutiche.
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