Delitto Dino Salvato: svolta nelle indagini, lo zio confessa. Pestato a morte

Delitto Dino Salvato: svolta nelle indagini, lo zio confessa. Pestato a morte

PALERMO – Gli uomini della squadra mobile di Palermo hanno fermato una delle quattro persone che sono state ascoltate per tutta la notte in questura in merito all’uccisione del 29enne Dino Salvato.

Bloccato in un vicolo della periferia sud di Palermo e pestato a morte dallo zio, Alfonso Vela, con il quale aveva un appuntamento per risolvere un contrasto economico. Sarebbe stato ucciso così Dino, in vicolo Picone a pochi passi dalla missione “speranza e carità” di Biagio Conte. L’uomo avrebbe confessato.



Alla base del delitto ci sarebbe una lite per del ferro usato. È stata ricostruita anche la dinamica dell’omicidio: nessun colpo di arma da fuoco, ma un vero e proprio pestaggio conclusosi con la morte del giovane. Ricostruzione confermata da una seconda ispezione cadaverica, effettuata in mattinata, dopo che nella notte non era stato trovato nessun foro di entrata e uscita del proiettile.

Tuttavia, sulla morte di Salvato resta il giallo, dal momento che il reo confesso, avrebbe detto anche di aver anche sparato. Dovrà, quindi, essere effettuata una nuova perizia per verificare come si siano svolti realmente i fatti e se nella testa della vittima ci sia realmente una porzione di proiettile che confermi l’esplosione di colpi d’arma da fuoco oltre al pestaggio.