CATANIA – Lo scorso 3 maggio in esecuzione del decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato (Squadra Mobile di Catania, con la collaborazione della Squadra Mobile di Roma) ha posto in stato di fermo a Roma Sarrah Anthony, 48enne, pregiudicata, gravemente indiziata, in concorso con altre persone, ancora non identificati in Nigeria e in Libia, del delitto di traffico di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale e del delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, entrambi aggravati dall’essere stati realizzati con il contributo di un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno stato.
Il provvedimento restrittivo accoglie gli esiti di un’articolata attività investigativa di tipo tecnico avviata da questa Squadra Mobile – Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione – con il coordinamento dalla D.D.A. di Catania, in seguito alle dichiarazioni della cittadina nigeriana “Ola” – nome di fantasia.
La donna ha dichiarato di essere stata reclutata in Nigeria da un connazionale indicato con il nome di “Uyi”, di avere contratto un debito di 20 mila euro e che giunta in Italia sarebbe stata gestita da una madame indicata con il nominativo di “Sandra”.
Sarrah Anthony, 48 anni
“Ola” ha specificato che durante la sua permanenza in Libia aveva più volte parlato al telefono con la madame che l’aveva debitamente istruita su come comportarsi, ordinandole di contattarla immediatamente una volta giunta in Italia. “Ola” è stata collocata in un centro di accoglienza e non ha raggiunto la propria madame.
Sin dalle prime conversazioni la madame (successivamente identificata come Sarrah Anthony) ha commentato il comportamento della giovane lamentando che quest’ultima non l’avesse raggiunta subito dopo l’arrivo in Italia, così violando le prescrizioni impartitele e impendendo alla madame di metterla subito “a reddito”. Il comportamento di “Ola” ha determinato l’esecuzione di un rito voodoo ai danni della vittima, al cui il rito è stato fornita una giustificazione (“dopo che una persona ha speso tanti soldi per farla arrivare in Italia dalla Nigeria, è giusto che venga ripagata”).
La madame ha contattato ripetutamente “Ola”, tentando di manipolarla e dimostrandosi con essa falsamente comprensiva, accomodante, manifestando espressamente l’intenzione di proteggerla e prendersene cura e, anzi, proprio per tali motivi, la madame ha sollecitato la giovane a lasciare la struttura di accoglienza e raggiungerla al più presto perché solo sotto la sua “ala protettiva” avrebbe avuto ciò che desiderava ( a dispetto delle reali intenzioni).
La donna, risultata irregolare sul territorio nazionale, è stata rintracciata la sera del 3 maggio, nella sua abitazione nel rione romano “Lunghezza” nei pressi di Tivoli, mentre era in procinto di preparare i bagagli per raggiungere la Germania. Espletate le formalità di rito, è stata rinchiusa nel carcere di Roma – Rebibbia, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Lo scorso 5 maggio, il giudice per le indagini preliminari di Roma ha convalidato il fermo emesso dalla dda di Catania nei confronti di Sarrah Anthony, applicando anche la misura cautelare della custodia cautelare in carcere.