Giovanni Anfuso: “Un momento difficile è uno spettacolo che arriverà al cuore della gente”

Giovanni Anfuso: “Un momento difficile è uno spettacolo che arriverà al cuore della gente”

CATANIA – Ancora pochi giorni e la pièce “Un momento difficile”, novità assoluta del triestino Furio Bordon, sarà rappresentata in prima nazionale sul palco del Verga dall’8 al 20 maggio per la regia di Giovanni Anfuso. Una produzione realizzata dal Teatro Stabile di Catania e dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Protagonista della messa in scena dal forte impatto emotivo Massimo Dapporto insieme ad Ileana Rigano, Debora Bernardi e Francesco Foti.

In un momento di pausa durante le prove incontriamo il regista Giovanni Anfuso, il quale ci spiega cosa significa mettere in scena per la prima volta un’opera capace di coinvolgere sin dalla prima lettura.

Dalle pagine di “Stanze di famiglia”, edito da Garzanti nel 2016, nasce lo spettacolo “Un momento difficile” che dopo “Le ultime lune” e “La notte dell’angelo” conclude il progetto drammaturgico di Bordon. Sicuramente una prova importante mettere in scena qualcosa di assolutamente inedito.

È una prima assoluta. Uno spettacolo vergine, mai messo in scena di cui mi sono subito innamorato del testo scritto da Furio Bordon e alla prima occasione vicendevolmente abbiamo deciso di dare vita alla rappresentazione. Parla del rapporto tra genitori e figli che non è mai uguale a se stesso, ma muta e si evolve nel tempo fondandosi a volte anche su delle incomprensioni o su un bisogno di chiarimento. La pièce racconta la storia di un uomo che assiste l’anziana madre ormai al capolinea in cui s’instaurano meccanismi pesanti per chi li vive e tragicomici per chi li vede, senza togliere nulla all’emozione e a quel sentimento di vuoto e solitudine di un figlio che accompagna la madre verso il viaggio eterno”.

Quattro protagonisti di grande caratura come Massimo Dapporto, Ileana Rigano, Debora Bernardi e Francesco Foti i quali si muovono tra le pieghe dell’anima per raccontare il complicato e controverso rapporto genitori figli soprattutto quando i primi vengono a mancare.

“Ci sono due madri: Ileana Rigano la madre anziana e Debora Bernardi la madre giovane che rivive nei ricordi del figlio interpretato da Massimo Dapporto. Francesco Foti è il padre, scomparso da tempo, rivisto insieme alla madre entrambi poco più che quarantenni con il quale il figlio spesso dialoga come di solito facciamo con i nostri cari che non sono più fisicamente accanto a noi”.

Come si fa a non cadere nel banale quando si parla di distacco, di morte da chi si ama e soprattutto si crede invincibile come i genitori?

Parlare della morte dei genitori rischia la retorica, poiché si invade un terreno che è patrimonio di ogni essere vivente e l’unico modo per non cadere nel banale è parlare di quest’argomento in maniera semplice e diretta, come se il dialogo fra un uomo vivo e i suoi morti fosse un fatto naturale e quotidiano. Se riflettiamo ci accorgiamo che tutti prima o poi abbiamo instaurato un dialogo con chi non c’è più”.

Ci racconta qualcosa del dietro le quinte?

Si è creato un clima guascone, che ha aiutato la riuscita di questa messa in scena. Ho ritrovato alcuni amici storici come Ileana Rigano, Debora Bernardi e Francesco Foti con i quali ho condiviso parte della mia vita artistica e adesso ritrovarci tutti insieme sul palco del Verga nella nostra Catania è una grande gioia. Lavorare con Massimo Dapporto è veramente straordinario, perché oltre ad essere un ottimo professionista è una persona dal grande spessore umano”.

Immagino ci sarà una tournée?

Certo. Da gennaio ad aprile 2019 gireremo l’Italia con questo spettacolo, partiremo da Trieste verso Brescia, Genova, Milano e molte altre ancora”.

Cosa c’è nell’imminente futuro di Giovanni Anfuso?

Quest’estate ritornerà Phedra, sto lavorando ad un importante progetto con Gigi e Carlotta Proietti e continueranno per il terzo anno consecutivo le repliche dello spettacolo “Le Serve” di Jean Genet che dal Piccolo di Milano sta riscuotendo successo di critica e di pubblico senza sosta”.