CATANIA – Il titolo del nostro articolo non è uno slogan pubblicitario che sponsorizza una scuola privata che prepara lo studente al superamento degli esami universitari bensì è la sintesi spietata di ciò che, in soldoni, sta accadendo a Catania per tutti gli aspiranti avvocato. E’ quanto si sta verificando alla scuola forense etnea, fondazione “Vincenzo Geraci” dove ogni studente, e sono più di 600, ha dovuto pagare 900 euro più iva per seguire le lezioni, condicio sine qua non per poter accedere all’esame di abilitazione.
Chi gestisce la scuola ha tutto il diritto di difendersi sventolando la legge 247 del dicembre 2012, il cui articolo 43 spiega che “il tirocinio oltre che nella pratica svolta presso uno studio professionale, consiste altresì nella frequenza obbligatoria e con profitto, per un periodo non inferiore ai 18 mesi, di corsi di formazione di indirizzo professionale tenuti da ordini e associazioni forensi, nonché dagli altri soggetti previsti dalla legge”. Anche se non c’è ancora un regolamento attuativo del Ministero della Giustizia fin qui nulla stranizza più di tanto.
Il 28 gennaio 2014, infatti, il consiglio dell’ordine degli avvocati di Catania scende in campo con una delibera secondo la quale si sancisce l’obbligatorietà della scuola forense per tutti coloro che vorranno affrontare l’esame di abilitazione per la prima volta nel 2015.
“Il problema è che hanno dato valore retroattivo alla delibera – spiega Camillo Greco, un giovane laureato in giurisprudenza – perché nella stessa fanno riferimento a tutti coloro che devono fare l’esame nel 2015” e aggiunge “a questa categoria appartengono, inevitabilmente, anche i ragazzi che si sono iscritti all’albo dei praticanti prima del 28 gennaio e tutti hanno pagato prima e seconda rata della somma. La retroattività di una delibera, però, è illegittima e ora pochi giorni fa sono caduti in fallo”. Giovedì pomeriggio, durante una normale lezione, gli animi si sono infuocati non appena è stato toccato l’argomento in quanto in una nota su Facebook il direttore della scuola ha scritto “L’obbligatorietà solo per gli iscritti nel registro dopo la delibera del 28 gennaio 2014 (interpretazione autentica resa oggi)”.
“Ci sentiamo presi in giro – spiega un’altra praticante – loro non ce lo hanno detto prima perché altrimenti avrebbero perso una grossa fetta di studenti che piuttosto di pagare la somma avrebbe optato solo per la normale pratica dall’avvocato. Ora se ne escono con questa storia che per chi era iscritto prima della fine di gennaio non c’era l’obbligo. Ma perché non lo dicevano sin da subito? E ora sicuramente neanche ci restituiranno i soldi con la scusa che abbiamo partecipato alle lezioni e quindi usufruito del servizio”.
Tra dubbi e perplessità noi ci poniamo come al solito alcune domande: perché se voglio diventare avvocato devo pagare a Catania fior di quattrini? Ma non si sminuisce il valore dell’università che dovrebbe, quantomeno in dottrina, prepararmi adeguatamente?
Nella maggior parte delle città italiane la scuola forense è facoltativa. Ci sono solo altri quattro/cinque casi in cui è stata inserita l’obbligatorietà ma parliamo di cifre molto più contenute. Un caso come un altro potrebbe essere quello di Cosenza dove la scuola è facoltativa e l’esborso di denaro è pari a 100 euro oppure Siracusa dove se ne pagano 200. A Catania gli studenti hanno chiesto l’adattamento della cifra da pagare in base alla capacità contributiva ma a quanto pare la somma imposta è stata uguale per tutti.
Di questi soldi che utilizzo è stato fatto? Sappiamo che una parte è stata destinata all’acquisto di codici, una parte è servita per affittare i locali dell’università e la restante parte? La fondazione, che è un organo privato senza scopo di lucro, non ha l’obbligo di rendere pubblici i bilanci ma proprio perché siamo sicuri della buona fede di chi ha istituito la scuola sarebbe interessante sapere in cosa di buono sono stati investiti questi denari… oltre che in un simpatico aperitivo offerto a studenti e professori.
Sulla vicenda chiaramente il giornale darà diritto di replica a chiunque voglia intervenire.