PALERMO – Nella maggior parte del mondo il settore primario ha perso gran parte dei suoi lavoratori a favore del settore terziario e, in minore misura, di quello secondario. In Italia sembra che i nuovi lavoratori preferiscano andare in controtendenza, preferendo tornare a quella che un tempo era la fonte di sostentamento della nostra nazione, la terra.
Il fenomeno ha visto un aumento particolarmente evidente in Sicilia, famosa in tutto il mondo per i suoi meravigliosi prodotti agricoli e per la qualità delle sue terre fertili. Quella che al tempo dell’impero romano era il “granaio di Roma” ora sta diventando la speranza di centinaia di giovani che cercano un modo di sfruttare positivamente le risorse del territorio.
Recentemente, nell’ambito dello studio “Ritorno alla Terra”, Coldiretti sembra aver confermato in un rapporto presentato all’Open Day dell’agricoltura italiana a Bari la vocazione agricola dei giovani, che sempre più spesso manifestano l’interesse a intraprendere una carriera nel settore primario.
Molti desiderano diventare imprenditori e costruire un’azienda agricola, ma non sono pochi quelli che accettano di buon grado di abbandonare l’aria di città per una sana vita in campagna anche come semplici agricoltori o pastori.
Il rapporto Coldiretti conferma che l’agricoltura non è più percepita dai giovani come “l’ultima spiaggia” per uomini e donne con poca istruzione o un ripiego per coloro che non riescono a trovare lavoro in altri settori, ma come la possibile strada per un futuro brillante per le nuove generazioni.
Il mestiere di imprenditore agricolo è molto ambito, ma spesso avviare una carriera nel settore primario non è facile, specialmente se si tenta di avviare un’attività con pochi fondi a disposizione. Per questo i giovani approfittano sempre di più dei corsi di studio ideati per i futuri imprenditori del settore e chiedono con tenacia il sostegno di istituzioni nazionali e internazionali per favorire le loro attività.
Secondo i dati rivelati da “La Repubblica”, sarebbero circa 30 mila i giovani italiani che avrebbero richiesto l’insediamento in agricoltura nell’ultimo biennio, il 61% dei quali risiederebbe nel sud e nelle isole. In base ai dati dei Piani di sviluppo rurale (Psr) dell’Unione Europea, elaborati da Coldiretti, sarebbe proprio la Sicilia la prima regione italiana per numero di richieste (4700), seguita dalla Puglia (4540).
Per sostenere i futuri imprenditori agricoli, i giovani della Coldiretti avrebbero deciso di rendere pubblico un “percorso in 10 mosse per avere successo nei campi”, dove avrebbero affermato alcuni dei passi fondamentali da compiere per avviare un’attività agricola: dopo aver completato la progettazione dell’impresa che ha in mente di costituire, ogni aspirante imprenditore agricolo deve studiare il territorio, i mercati agricoli e le normative vigenti in merito; progettare un business plan efficace; elaborare un piano di finanziamenti; chiedere sostegni vari alle istituzioni opportune; verificare le possibilità di accesso alle risorse pubbliche e private disponibili; ricercare le garanzie per ottenere i fondi richiesti e presentare tutte le domande e le richieste necessarie. Solo allora l’imprenditore potrà iniziare la sua attività e sperare di vederla prosperare.
Il percorso però non è tutto “rose e fiori”: secondo la Coldiretti, chiunque voglia approcciarsi a una carriera nel settore agricolo ha da affrontare ogni giorno decine di problemi, tra i quali i costi elevati delle terre (i prezzi dei terreni agricoli in Italia sono tra i più alti d’Europa) e la necessità di ricorrere a fondi pubblici e privati, spesso non facili da ottenere.
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