“Presto, il latitante Matteo Messina Denaro verrà catturato”, dichiara il Procuratore Nazionale Antimafia. Di Matteo: “Servirebbe un pentito di Stato”

“Presto, il latitante Matteo Messina Denaro verrà catturato”, dichiara il Procuratore Nazionale Antimafia. Di Matteo: “Servirebbe un pentito di Stato”

TRAPANI – Oggi il Procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, ha dichiarato che il latitante mafioso più pericoloso siciliano, Matteo Messina Denaro, verrà catturato molto presto. Di rincalzo il PM del processo “Stato-Mafia”, Nino Di Matteo, dichiara alla trasmissione “ ½ ora in più” di Lucia Annunziata: “Ora servirebbe un pentito di Stato”.

Entrambe le dichiarazioni non lasciano soddisfatti gli interlocutori isolani, perché di scottature ne hanno subito parecchie come il Ponte Sullo Stretto, o per la riapertura del Casinò di Taormina, tanto per citarne un paio. Per essere più chiari, il siciliano non si lascia influenzare facilmente e, a tali affermazioni, non si scompone per nulla, rimane fermo e accenna minimamente ad una mezza smorfia con un larvato breve accenno di sorriso, poi si porta la mano destra, o sinistra, sulla patta dei pantaloni, alla Michael Jackson, scompone e ricompone, dall’esterno, quell’appendice del corpo che esprime la sua virilità e risponde “’mma…!”. Per chi non è di questa terra significa poco e nulla, ma per noi siciliani la mimica, la gestualità, la postura e una congiunzione sibillina del genere vuol dire molto e pari ad una arringa difensiva di ampia portata in una aula di Tribunale.

Indro Montanelli, grande firma del giornalismo italiano, in una intervista concessa ad un giornalista francese del “Figaro littéraire” disse che i siciliani sono peggio degli algerini e mentre i galli non sono costretti a dire che gli algerini sono francesi, gli italiani sono obbligati a rilasciare, ai siciliani, la carta d’identità della Repubblica italiana. Ancora Denis Mack Smith, autore di un libro “Storia della Sicilia medievale e moderna” descrisse l’Isola, una terra interamente mafiosa, dove si praticava il baratto ed era stracolma di rivoluzionari sanguinari e delinquenti che come lupi affamati, vestiti di pelle di capre, scendevano dalle montagne e dai boschi per assaltare e ammazzare possidenti e mangiarne il fegato e il cuore arrostiti, al grido di “viva l’Italia”.

Bene, dopo aver inghiottito amaramente tali dicerie, ritorniamo alla cronaca attuale, o per meglio dire alle dichiarazioni dei due alti Magistrati. Al Capo della Procura antimafia, bisogna ricordare che il periodo medio della latitanza dei mafiosi, in Sicilia, si aggira sui 35-40 anni, a differenza di altre Regioni come la Campania, le Puglie e la Calabria dove la durata media si ferma molto più in basso ed al massimo a due lustri.

Quindi, Signor Procuratore Cafiero De Raho, stia tranquillo, alle lunghe attese, ormai ci abbiamo fatto il callo! Anche con tutta la buona volontà che ci ha messo lo Stato, istituendo, lo scorso anno nell’Isola, il Reparto dello Squadrone eliportato carabinieri Cacciatori, presso la Base di Sigonella alla ricerca dei latitanti più pericolosi, speriamo che il Matteo Siciliano, dichiarato “disperso” da 25 anni, non arrivi a festeggiare le nozze, pardon, la latitanza “d’oro”.

Con Riina, Bagarella e company ci abbiamo fatto le ossa, sulla loro latitanza in “Spe” ovvero in Servizio Permanente Effettivo: “Su non disperi, Signor Procuratore Nazionale, non se la prenda più di tanto se non dovesse riuscire a mantenere questa fragile promessa, anche se il più delle volte conviene non farne, quando si parla di Sicilia!”.

Chiaramente con il risultato della sentenza sul Processo Stato-Mafia che vede condanne pesanti su servitori dello Stato, andare a cercare “Pentiti di Stato”, la questione appare un po’ diversa. Con il Pentitismo in Sicilia sono stati scoperchiati molti vasi di Pandora, anche se non sono mancate anche verità annebbiate e condizionate.

Oggi, il pentito di Stato, potrebbe diventare una novità, una grande necessità e addirittura la individuazione della punta di un Iceberg, pronto a determinare terremoti politici di elevata entità. Di certo il Parlamento dovrebbe varare una nuova legge sul Pentimento di Stato e concedere nuove agevolazioni, a fedifraghi servitori dello Stato.

Immaginiamo ancora dove si potrebbe arrivare con l’indagine appena aperta sulle 21 conversazioni avvenute in carcere, tra il boss di Brancaccio, con il detenuto umberto Adinolfi. Ma perché le sorprese sui Segreti di Stato debbono partire sempre dalla Sicilia? Non avete, di certo, dimenticato quelli sulla Strage di Portella della Ginestra!

La politica del “Muru Vasciu” in Sicilia continua. Alla prossima.