Operazione “Garbage Affair”: Rosso, il “regista” che dava lavoro ai propri generi nelle ditte Deodato

Operazione “Garbage Affair”: Rosso, il “regista” che dava lavoro ai propri generi nelle ditte Deodato

CATANIA – Nell’ambito dell’operazione Garbage Affair, in “cabina di regia” spicca Massimo Rosso, direttore della ragioneria generale provveditorato ed economato del Comune di Catania, definito dal Gip come uno dei soggetti “a disposizione” dei cugini Deodati, Antonio, vicepresidente della Ecocar srl, e Francesco.

Parliamo dei risultati delle indagini che sono state portare avanti per smascherare un giro di corruzione e turbativa d’asta che collegava Roma con Catania per mezzo dell’operato di 6 persone, tra funzionari del Comune di Catania e imprenditori, tutti impiegati nel settore dell’ecologia e dell’ambiente.

Tutto questo giro di reati è emerso perché gli indagati, nello specifico i funzionati del Comune, hanno verosimilmente truccato gare d’appalto per lo smaltimento dei rifiuti in modo da fare ottenere l’aggiudicazione di queste ultime alle aziende R.T.I SENESI S.p.a e EcoCar s.r.l (quest’ultima in sostanziale continuità con la I.P.I. s.r.l.). Tutte queste aziende erano riconducibili a Antonio Deodati.

Il termine regista, riferito a Massimo Rosso. è a tutti gli effetti azzeccato, perché le indagini hanno accertato come Rosso si fosse attivato per consentire pagamenti nei confronti del Consorzio Seneco, nato dalla fusione di R.T.I SENESI S.p.a e EcoCar s.r.l,  con tempistiche più che vantaggiose per la parte privata ai danni del pubblico. Così si prendeva ogni responsabilità riguardo ai pagamenti da effettuare in relazione agli affari del gruppo imprenditoriale romano.

In sostanza Rosso forniva la propria consulenza in materia contabile e commerciale in relazione agli affari complessivi del gruppo Deodati. Ma tutto ciò entrava in evidente conflitto con gli interessi con la sua posizione di funzionario del Comune etneo.

Questo modus operandi veniva ricambiato con un pagamento illecito da parte di Deodati, dell’affitto delle abitazioni occupate dalle figlie di Rosso a Roma, che nella capitale stanno portando avanti i propri studi universitari.

Ma non finisce qui, perché, come puntualizzato oggi durante la conferenza, venivano assunti i fidanzati delle ragazze a tempo indeterminato in società di proprietà del gruppo imprenditoriale romano indagato.