Messina, appello a Gabrielli per “salvare” l’ospedale Piemonte

Messina, appello a Gabrielli per “salvare” l’ospedale Piemonte

MESSINA – L’Ospedale Piemonte è stato oggetto di una lettera a firma CISL FP CISL Medici UIL FPL UIL Medici, Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte, Calogero Emanuele, Gianplacido De Luca, Giuseppe Calapai, Mario S. Macrì e Marcello Minasi, inviata al Capo Dipartimento Protezione Civile Franco Gabrielli, al presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, all’assessore regionale alla Salute, al segretario regionale della Protezione Civile, al prefetto ed al sindaco di Messina. 

Questo il testo della lettera:

Egr. Dott. F. Gabrielli,
le scriventi OO.SS. e il Comitato spontaneo “Salvare L’Ospedale Piemonte” Le rappresentano la gravissima situazione che si sta prefigurando nella città di Messina con la paventata chiusura dell’Ospedale Piemonte.

Nel mese di novembre 2008 il comune di Messina ha rielaborato il piano comunale di protezione civile allo scopo di assicurare l’assistenza sanitaria alla popolazione, tenendo conto dell’attuale distribuzione territoriale delle strutture Ospedaliere (Policlinico – Piemonte – Papardo), individuando all’uopo le localizzazioni delle 14 P.M.A., nonché le 8 postazioni del 118.

Pertanto, l’Ospedale Piemonte ad oggi è struttura fondamentale dell’emergenza/urgenza in quanto la città di Messina è notoriamente a rischio idrogeologico (terremoti, tsunami, alluvioni, eventi vulcanici, etc.) nonché rischi derivanti dall’elevato transito di navi nello Stretto, che hanno già causato diversi gravi disastri (vedi tragedia Segesta) e i sempre più frequenti sbarchi di numerosi profughi del Nord Africa soccorsi nel Mediterraneo e deve rimanere punto di riferimento della Protezione Civile.

Inoltre, l’Ospedale Piemonte classificato dall’assessorato Regionale alla Salute DEA di 2° livello, è stato individuato quale “Elemento Strategico” nel piano comunale di protezione civile della città di Messina classificata “zona ad alto rischio sismico”.

Nell’audizione svoltasi presso la prefettura di Messina in data 25 febbraio 2010 dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sull’efficacia ed efficienza del SSN è emerso che l’ospedale Papardo unico degli ospedali cittadini a non essere servito da svincoli, dista 12 Km dal centro cittadino e, talvolta per raggiungerlo dal centro città, occorrono almeno 45 minuti o addirittura un’ora di tempo, a seconda del traffico e degli orari.

L’Ospedale Piemonte è collegato all’autostrada dallo svincolo di Messina centro ed è facilmente raggiungibile a piedi sia dagli abitanti dalle aree collinari che centrali della città.

Questo dimostra l’importanza dell’ospedale Piemonte, infatti per arrivare al Papardo, vi è un tragitto lungo, incompatibile con i tempi di sopravvivenza, che comporta dei disagi enormi.

Occorre rammentare che la città di Messina si caratterizza orograficamente per una estensione nord-sud di circa 30 Km, est mare, ovest monti, intrappolata dalle montagne.

In queste condizioni l’unico ospedale che nei casi di eventi disastrosi, può garantire il diritto alla salute in 20 minuti, nei casi di calamità naturali (terremoto, tsunami, alluvioni, etc.) per le aree cittadine centro-nord è l’Ospedale Piemonte, in quanto struttura sanitaria di emergenza/urgenza centrale di indiscutibile rilevanza.

Pertanto, stante i numerosi eventi catastrofici che purtroppo hanno interessato e continuano a interessare a tutt’oggi la popolazione e il territorio messinese, (vedi ad esempio l’alluvione di Giampilieri, Scaletta, Saponara, etc.) non ultimi i frequenti “codici rossi” per rischi idrogeologici,
le scriventi, avendo rilevato il silenzio del primo cittadino, responsabile della protezione civile, in merito al mantenimento dell’Ospedale Piemonte quale polo di emergenza/urgenza, ritengono indispensabile un autorevole e immediato intervento della S.V. al fine di non privare i messinesi di un efficace piano comunale di protezione civile che deriverebbe dalla chiusura dell’Ospedale Piemonte”.

Manca, ad avviso della redazione di Newsicilia, un’altro destinatario nella lettera, cioè la Procura della Repubblica, perché chi sta decidendo di cancellare il “Piemonte” abbia la possibilità di riflettere sul fatto che non sta compiendo solamente un atto amministrativo, ma si sta assumendo contestualmente anche le responsabilità penali derivanti da episodi di cittadini che, non trovando soccorso immediato, siano costretti ad andare in altro ospedale, arrivando troppo tardi per ricevere le tempestive cure.