CATANIA – Gli operai della Tecnis stamattina hanno ripreso a lavorare nei cantieri. Resta alta la guardia da parte dei sindacati mentre continua lo stato di agitazione dei lavoratori fino a quando non saranno pagate le due mensilità arretrate. L’azienda attiva nella realizzazione di grandi opere infrastrutturali (Porto, Interporto, Metropolitana, Ospedale San Marco e la nuova darsena quest’ultima già consegnata) vanta da 8 mesi un credito di 25 milioni di euro dal Porto di Catania. Un ritardo, questo, che ha provocato gravi sofferenze alla Tecnis e che oggi ricadono sui lavoratori edili.
A mancare all’appello gli stipendi di settembre e ottobre. Una situazione che sta mettendo in forte difficoltà 300 famiglie catanesi e che ieri aveva fatto scattare la protesta con cantieri fermi e due presidi, uno presso il cantiere della metropolitana di Nesima, l’altro di fronte l’Autorità portuale. Oggi però la decisione delle maestranze della Tecnis di tornare a lavoro dopo aver ricevuto alcune notizie che fanno ben sperare. In pratica i finanziamenti che partono dalle casse del Ministero delle Infrastrutture e dal Ministero dei Trasporti sarebbero al vaglio della Corte dei Conti. L’iter burocratico è stato dunque avviato.
“Abbiamo ricevuto rassicurazioni da parte dell’Autorità portuale – spiega Rosario Portale, Filca Cisl – si parla di un decreto già firmato da parte dei Ministeri di competenza di 29 milioni di euro, di cui 25 dovrebbero andare alla Tecnis. I primi 13 milioni di euro dovrebbero essere disponibili nel giro di 20 giorni. Ci auguriamo che queste somme vengano erogate alla società in maniera celere in modo che questa possa pagare gli operai già in forte difficoltà”.
“Nonostante non siano arrivati materialmente i soldi nelle loro tasche, stamattina nel corso di un’assemblea i lavoratori hanno deciso ugualmente di riprendere l’attività nei cantieri – ci dice Antonino Potenza della Fenal Uil -.Speriamo che nel giro di una ventina di giorni si possa risolvere il problema dei pagamenti così come ci è stato assicurato”.