Calcio italiano come Star Wars: la lotta tra forza e lato oscuro

Calcio italiano come Star Wars: la lotta tra forza e lato oscuro

Uno degli sport più amati al mondo, forse il più amato, sicuramente in Italia quello più seguito: il calcio. Una disciplina con una “parabola discendente” negli ultimi 20 anni per quanto riguarda quello nostrano.

Il 2017 si è concluso e un anno nuovo è iniziato, con tante osservazioni da fare e tanti punti interrogativi. L’ultimo anno solare, infatti, è stato caratterizzato dalla grande disfatta della nazionale alle qualificazioni per i Mondiali di Russia 2018. Una disfatta per come e per mano di chi è venuta l’eliminazione per la competizione calcistica tra nazioni più importante al mondo.

La Svezia, infatti, ha giocato all’italiana, chiudendosi bene in difesa e stringendo i denti per resistere a far fruttare l’1-0 ottenuto nella partita di andata. L’Italia, invece, non ha mostrato identità né capacità di costruire gioco. Questa la sintesi, che nasconde tanti altri aspetti. Perché quello che si è visto in campo non è stato altro che lo specchio di un sistema calcistico che ha mostrato diverse falle e senza una vera linea guida. Quello che era il presidente della Federazione Giuoco Calcio, Carlo Tavecchio, non ha mostrato idee chiare e concrete. Soprattutto, però, non è riuscito a difendere le squadre italiane.

Si parla di cattiva gestione dei campionati: tante volte si è parlato di ridimensionarli a 18 squadre, ma questo non è mai avvenuto. Ancor più la cattiva gestione legata ai diritti televisivi. Le piccole sempre inguaiate in un sistema che le ha tagliate fuori, le grandi in uno che, se in Italia garantisce degli introiti, all’estero porta pochi frutti rispetto a tutte le altre competizioni europee. Insomma, quando è servito il “pugno duro” non c’è mai stato.

Non solo, perché è mancata anche una riforma che desse spazio e valorizzasse i giovani. Storia ormai vecchia quella di investire sui vivai. Ma, anche se in alcuni casi è stato imposto l’inserimento in rosa di giocatori provenienti dalla primavera e italiani, quello che sembra mancare è l’obbligo di concedergli un minimo di spazio sul terreno di gioco. A questo, poi, si aggiunga anche la mancanza di pazienza da parte di dirigenti, allenatori e tifosi, sempre pronti a condannare i piccoli talenti che non “esplodono”, almeno qui. Perché, poi, in fondo, è sempre più bello avere il nome blasonato e il campione pronto, che, però, non sempre rispetta e soddisfa le aspettative. Insomma, sembra proprio di aver vissuto e di vivere uno dei momenti storici più brutti della storia del calcio italiano, che mostra il suo lato più buio.

Un po’ di luce, però, è nel vedere società che credono ancora in queste politiche di investimento, Atalanta e Udinese in testa. Cessioni illustri e acquisti mirati equivalgono a un bilancio in crescita, bel gioco e risultati proficui. Sicuramente i neroazzurri di Bergamo sono quelli che stanno dando e hanno dato maggior spettacolo nel 2017. Ottimo piazzamento con qualificazione in Europa League e altrettanto ottima stagione fino a questo momento.

Raggi di sole che lasciano ben sperare guardando l’intero percorso delle squadre nelle competizioni europee. Su sei club, infatti, sono ancore tutti in gara per raggiungere gli ambiti trofei: Roma e Juventus in Champions League, Napoli (eliminata nella fase a gironi della Champions), Atalanta, Lazio e Milan in Europa League.

Tra queste, senz’altro spicca il gioco di Atalanta e Napoli, molto apprezzato anche nel resto d’Europa. Ma, anche quello della Lazio piace e fa divertire. Si deve tener contro, inoltre, che proprio i bergamaschi e i biancocelesti sono quelli che hanno fatto un mercato poco dispendioso, privandosi anche di giocatori importanti, per rimpiazzarli con altri di qualità e che hanno garantito un buon rendimento. Due nomi su tutti: Bryan Cristante, centrocampista neroazzurro “scartato” dal Milan, e Luis Alberto, arrivato la scorsa stagione per pochi milioni, ma che, quest0anno, sta dimostrando di essere affidabile.

Sono tanti gli aspetti che mostrano un grande potenziale e forza del calcio italiano. Ma, molti altri, hanno mostrato un lato oscuro che non è da sottovalutare.

Manca senz’altro una politica che valorizzi a dovere i giovani e che renda nuovamente giustizia ai talenti presenti in molte società. Oltre a una giusta scelta presidenziale in FIGC, attualmente commissariata e diretta dal presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Malagò, il dover rispettare i parametri del fair play finanziario potrebbero essere un buon incentivo.

Considerazioni rafforzate anche dal vicepresidente del CONI, Roberto Fabbricini: “Lo sport è fatto di vittorie e sconfitte. Sicuramente non essere al prossimo mondiale fa male, ma non è quello il problema del calcio italiano. Si tratta di riorganizzare tutto. C’è un problema di reclutamento e organizzazione. Basta vedere quello che è succedo con il Modena. Ci sono squadre che poi sono costrette a non partecipare. Siamo pronti a rivedere lo statuto e le regole elettorali che spesso non rispettano la democrazia del mondo del calcio”.

 

Non resta che attende il prossimo 29 gennaio, quando si andrà a votare per il nuovo numero uno della Federazione calcistica. Sperando che la scelta ricada magari su qualche volto giovane e meno noto, possibilmente non ancorato a certe idee ormai obsolete.

Come nel noto film “Star Wars”, la forza si oppone al lato oscuro. Nel 2018 si punterà senz’altro a prevalere su quest’ultimo.