Il 2017 dello Sport italiano: le gioie arrivano dai singoli, meno dalle squadre

Il 2017 dello Sport italiano: le gioie arrivano dai singoli, meno dalle squadre

“Anno nuovo, vita nuova”, dice il vecchio saggio. E lo diciamo anche noi per parlare dello sport nazionale dell’anno appena concluso, che forse tutti ricorderanno per l’eliminazione della nazionale italiana di calcio dal mondiale di Russia. Attorno all’universo calcistico, però, ruotano una serie di altri sport che significherebbe delegittimarli qualora decidessimo di definirli “minori”.

Proprio da quest’ultimi, infatti, sono arrivate le maggiori soddisfazione per l’Italia: dal nuoto allo sci, dalla scherma ai mondiali delle discipline paralimpiche. E partire da quest’ultime e dai protagonisti è assolutamente doveroso. Una di queste è stata Beatrice Vio, meglio conosciuta come Bebe Vio, autrice di una finale da favola l’8 novembre che le ha permesso di conquistare il suo secondo titolo di campionessa mondiale paralimpica nel fioretto individuale; per lei anche un altro oro nel fioretto a squadre. Nel medagliere della scherma, l’Italia ha chiuso al secondo posto con 5 ori, 3 argenti e 3 bronzi, dietro a un’inarrivabile Russia.

Andamento ottimo anche nel mondo del nuoto paralimpico, dove l’Italia si piazza al terzo posto nel medagliere complessivo. In totale sono state conquistate 38 medaglie: 20 ori, 10 argenti e 8 bronzi. Ma le soddisfazioni azzurre nel mondo degli sport per i normodotati non si fermano qui: incredibile il bottino di medaglie ottenuto nel ciclismo, 7 ori, 4 argenti e 3 bronzi, grazie alle ottime prestazioni di Alex Zanardi e Francesca Porcellato su tutti. Medaglie importanti nella maggior parte delle discipline paralimpiche, che evidenziano la crescita di un movimento dove l’Italia è sempre più protagonista.

Il 2017 verrà pure ricordato per la morte di uno dei più grandi ciclisti italiani, Michele Scarponi, scomparso il 22 aprile dopo essere stato investito da un’auto mentre andava tranquillamente in bici. La sua morte ha inevitabilmente dato un senso diverso al Giro D’Italia, giunto alla centesima edizione. In giro per le strade della corsa, diversi sono stati gli striscioni in ricordo del ciclista di Jesi. Il Giro, nel 2017, verrà ricordato anche per la prima storica vittoria di un olandese ai danni dei tanto acclamati Nairo Quintana e del “nostro” Vincenzo Nibali: stiamo parlando di Tom Dumoulin. La corsa in rosa ha permesso ai corridori italiani di piazzarsi in posizioni dignitose: Nibali ha chiuso al terzo posto, Domenico Pozzovivo al sesto e Davide Formolo al decimo.

Un anno complicato, invece, da un punto di vista motoristico per i nostri colori, sia nel mondo delle quattro ruote che in quello delle due ruote. Ed è proprio qui, infatti, che è possibile fare un parallelismo tra la stagione della Ferrari, guidata dal tedesco Sebastian Vettel e dal finlandese Kimi Raikkonen, e quella di Valentino Rossi a bordo della sua Yamaha. Dopo un inizio scintillante, la Ferrari ha subito un lento declino, segnato irrimediabilmente anche dalla sfortuna e da alcune scelte che sotto certi aspetti sono rivedibili. A trionfare, alla fine, è stato ancora una volta Lewis Hamilton, campione del mondo per la 4° volta nella sua carriera e recordman per numero di pole position. Quest’anno, però, è stato anche quello del ritorno di un pilota italiano a bordo di una monoposto: Antonio Giovinazzi, sotto contratto con la scuderia di Maranello, alla guida della Sauber per nove gare.

Il “dottore” è l’altro grande deluso: ci spostiamo in MotoGP, che ha trionfalmente incoronato Marc Márquez. Valentino ha portato a casa solo la vittoria di Assen, in Olanda, chiudendo la sua stagione al quinto posto nella classifica iridata. Stagione esaltante, invece, per un altro pilota di casa nostra, a bordo di una moto italiana: stiamo parlando di Andrea Dovizioso e della sua Ducati, che fino alla fine ha cercato di tenere aperto il mondiale. Dovi ha conquistato ben sei vittorie in una stagione a forti tinte spagnole.

In Superbike, quest’anno, abbiamo assistito al dominio degli inglesi, con Jonathan Rea autentico mattatore. È stata anche la stagione di Marco Melandri, che alla guida della sua Ducati ha chiuso al quarto posto in classifica, collezionando una sola vittoria. Più complesso, invece, il percorso degli altri italiani, tra cui Lorenzo Savadori, Davide Giugliano (ex Ducati), Raffaele De Rosa, Ayrton Badovini, Alessandro Andreozzi e Riccardo Russo.

Soddisfazioni per lo sport di casa nostra arrivano anche da altre due discipline: il nuoto e lo sci, con quest’ultima fonte incredibile di successi anche nei giorni scorsi. Ai mondiali di nuoto di Budapest, l’Italia si è piazzata nella classifica finale al sesto posto, con 4 ori, 3 argenti e 9 bronzi. Impossibile, dunque, non citare le prestazioni di Federica Pellegrini, oro nei 200sl, di Manila Flamini e Giorgio Minisini nel duo misto tecnico, di Gabriele Detti negli 800sl e di Gregorio Paltrinieri nei 1500sl.

Nel basket, la nazionale italiana ha concluso la sua corsa agli Europei ai quarti di finale in virtù della sconfitta patita contro la Serbia (67-83, il risultato finale). Difficile il cammino anche dei club in Euro Lega 2016/2017, con EA7 Emporio Armani Milano che ha chiuso al sedicesimo posto con soli 16 punti in classifica. Nel massimo campionato nazionale, la Reyer Venezia ha conquistato il suo terzo titolo di campione d’Italia.

Dura la vita anche nella pallavolo: la formazione maschile, impegnata negli Europei di Polonia, ha dovuto anzitempo abbandonare la corsa al titolo. Ai quarti di finale, fatale è stata la sconfitta per 3-0 subita contro il Belgio. Stesso discorso per le donne, vittoriose nel girone, ma fuori ai quarti in virtù di un netto 3-0 subito dai Paesi Bassi. Nei campionati nazionali, per gli uomini trionfano per la quarta volta i ragazzi del Lube; per le donne, a conquistare il titolo di campionesse d’Italia sono le ragazze dell’AGIL, al primo storico titolo nazionale.

Chiudiamo con la pallanuoto maschile e femminile. Anche gli uomini in vasca abbandonano ai quarti di finale i mondiali di Budapest, perdendo 12-9 contro la Croazia, alla fine vincitrice del torneo. Stesso discorso per le donne che vanno fuori ai quarti di finale, per la sconfitta maturata contro la Russia (9-8).

Il bilancio sportivo, dunque, ci permette di dire che i migliori successi sono arrivati dai singoli atleti, come quelli impegnati alla paralimpiadi. Da rivedere, invece, l’anno delle nazionali, da cui sicuramente ci si aspettava qualcosa in più.