PALERMO – È avvenuta in tarda mattinata, intorno alle 12, la presentazione del nuovo governo regionale. La terza compagine crocettiana era quasi al gran completo con la presenza di Alessandro Baccei, Marcella Castronovo, Maurizio Croce, Giovanni Pizzo, Mariella Lo Bello, Antonio Purpura, Cleo Li Calzi, Lucia Borsellino, Nino Caleca, Bruno Caruso e Linda Vancheri. Unica defezione quella di Vania Contraffatto: il magistrato dovrà attendere il via libera dal Csm.
Il consueto Crocetta show è iniziato con un passaggio del presidente sulla recente mozione di sfiducia non approvata dall’aula grazie a una ritrovata compattezza della maggioranza: “Questa giunta è sostenuta da una coalizione coesa. Ma lancio una sfida alle opposizioni: la politica non è guerra. Mi hanno sfiduciato per due volte in un anno, ma sono abituato. Anche a Gela mi sfiduciavano una volta l’anno e per me è ormai una festa e posso mettere lo stesso vestito. La scelta di lavorare con la coalizione è stata da me gradita. L’alternativa era quella di trascinare la Sicilia in una eterna campagna elettorale”.
“Questa giunta dovrà continuare la lotta agli sprechi – ha affermato Crocetta – sono certo che faremo un ottimo lavoro. Daremo uno scossa, a partire dalla macchina burocratica e dai dirigenti che dovranno essere ridotti di numero. Penso che questa sia una squadra motivata. Paghiamo errori del passato, ma è anche vero che ci sono molti pregiudizi sulla Sicilia. Abbiamo ridotto la spesa sui forestali e sulla formazione, ma ancora subiamo attacchi perché ne abbiamo troppi. Abbiamo pronte riforme importanti, a partire proprio dalla forestale: impiegheremo gli addetti anche per il dissesto idrogeologico“.
Il governatore ha ammesso che sinora l’Ars ha prodotto pochissimo e lavorato ancor meno: “L’attività legislativa è stata lenta, dobbiamo dirlo. Abbiamo approvato solo finanziarie e il parlamento in qualche occasione si è sostituito al Commissario dello Stato o ne ha stimolato gli interventi”.
Poi il passaggio sulla “rivoluzione democratica”, che il terzo governo Crocetta dovrà portare avanti, ha introdotto la risposta del presidente alle roventi polemiche sulle sue ultime esternazioni sulla mafia. E qui Crocetta si paragona a Pier Paolo Pasolini, del quale proprio lo scorso due novembre si è commemorata la tragica scomparsa: “Nessuno speculi sul mio riferimento ai consiglieri eletti dalle cosche, presenti in tanti comuni siciliani. Queste accuse non possono essere lasciate solo ai pm. Noi i nomi li facciamo, nelle sedi competenti. Ho espresso una opinione, pasolinianamente: «So, ma non ho le prove»”.
Sulla Formazione il presidente si paragona al bel René: “Una sfida si vince se non si perdono per strada i propri valori fondanti. Abbiamo destabilizzato alcuni sistemi, come quello della Formazione. Qualcuno mi denuncerà? Ho più querele di Vallanzasca”.
Poi Crocetta ha glissato sui molteplici cambi di assessori, adducendo il fatto che “il vecchio sistema politica andava messo in discussione” ed è un tema sul quale vi sono state divisioni secondo il presidente.
“Non ritengo che l’assenza di polemica sia un bene – ha concluso Crocetta -. Questa soluzione non è posticcia o legata a veti e diktat. Anche i nomi sono graditi dal presidente. Il passo avanti lo abbiamo fatto tutti, io andando verso l’azzeramento e i partiti evitando di portare il tema alla direzione regionale”.
Alcune battute le hanno rilasciate anche i neo assessori all’Economia e alla Formazione. Alessandro Baccei ha assicurato che si opererà “riducendo gli sprechi per utilizzare le somme per lo sviluppo e per riqualificare il lavoro“, mentre il ritorno di Mariella Lo Bello coinciderà con un saldare i fili del passato neanche troppo remoto: “Io continuerò il percorso tracciato da Nelli. Divideremo gli enti in tre gruppi: quelli che non hanno problemi con gli stipendi, quelli che hanno qualche problema, e quelli su cui non c’è niente da fare. E in quel caso penseremo ai lavoratori”.