CATANIA – Un mercato fiorente e ricco di acquirenti, pronto a ripartire in caso di imprevisti in appena 10 minuti. Con gli arresti di questa mattina, ben 36, i carabinieri hanno smantellato una grandissima piazza di spaccio nel quartiere di Librino a Catania.
L’ampia rete su cui si svolgeva il commercio di droga aveva come quartier generale un complesso residenziale in viale Biagio Pecorino 3. Proprio perché si svolgeva tutto in quest’area, l’operazione è stata denominata “Km 0”. A capo del gruppo, strutturato in modo piramidale, c’era Rosario Lombardo, uno dei più grandi esponenti della famiglia Santapaola.
Le cessioni di droga avvenivano fino a 200 volte al giorno, con soste solo nelle prime ore del mattino. Precisamente, la “bottega” apriva dalle ore 8 alle ore 2, con due turni, il primo dei quali finiva alle 17. Il sistema era ben collaudato per evitare i possibili interventi delle forze dell’ordine. Infatti, erano presenti 3 vedette, che guadagnavano tra i 50 e i 70 euro al giorno, e la droga veniva ceduta dall’alto attraverso una corda. Ma, solo dopo che l’acquirente avesse già contattato il pusher (100 euro al giorno), in modo da fare trovare tutto pronto e procedere celermente con la vendita. Il guadagno complessivo si aggirava fino ai 2mila euro al giorno. I soldi servivano a mantenere i detenuti e le loro famiglie, oltre che a finanziare affari illeciti nel campo dell’imprenditoria.
Tra i membri dell’organizzazione c’era anche un bambino di 6 anni, figlio della compagna di uno degli indagati.
Non solo. Anche gli imprevisti erano messi in conto. Numerosi gli spacciatori a disposizione, così da essere pronti al riciclo di personale nel caso in cui qualcuno non potesse essere disponibile, per essere più precisi, nel caso in cui venisse arrestato. Così come è capitato in alcune occasioni: dall’inizio dell’operazione, infatti, sono state fermate 25 persone mentre provavano a cedere gli stupefacenti. Così, in appena 10 minuti, l’attività poteva riprendere.
A seguito dell’intervento dei militari, è stato dato un duro colpo alla malavita catanese e Lombardo è stato privato di una delle sue primarie fonti di reddito.