Pizza patrimonio Unesco: raccolta firme in attesa della decisione a Seul

Pizza patrimonio Unesco: raccolta firme in attesa della decisione a Seul

Continua la “lotta”, tutta italiana, per il riconoscimento della pizza come patrimonio immateriale dell’Unesco. Oggi, prima della “sentenza” definitiva attesa a Seul, in Corea del Sud, tra una settimana, al villaggio contadino della Coldiretti sul lungomare Caracciolo di Napoli è stata organizzata una raccolta straordinaria delle firme.

A detta della Coldiretti, si tratta di un provvedimento importante che preserverebbe uno dei prodotti made in Italy più noti al mondo dagli infiniti atti di pirateria alimentare e di appropriazione indebita dell’identità.

La candidatura della pizza è l’unica italiana delle 34 che saranno esaminate dal comitato dopo una lunga istruttoria per l’iscrizione nel patrimonio dei beni immateriali dell’Unesco.

A sostenere l’importante causa, oggi, si sono presentati Roberto Moncalvo, il presidente di Coldiretti, Alfonso Pecoraro Scanio, presidente del comitato scientifico di Fondazione Campagna Amica e promotore della candidatura, Giovanni Abagnale, medaglia bronzo canottaggio alle Olimpiadi di Rio, Giuseppe Vicino, oro nel canottaggio, e Margherita Granbassi, ex schermitrice bronzo olimpico e conduttrice.

Come evidenzia la Coldiretti, la candidatura della pizza a patrimonio immateriale dell’umanità tutela un settore che vale 10 miliardi di euro con almeno 100mila lavoratori fissi nel settore ai quali se ne aggiungono altri 50 mila nel fine settimana, secondo i dati dell’Accademia Pizzaioli.

Le pizze sfornate solo in Italia, ogni giorno, sono circa 5 milioni nelle circa 63mila pizzerie e locali per l’asporto, taglio e trasporto a domicilio. Secondo un sondaggio del sito Coldiretti, oggi il 39 per cento degli italiani ritiene che la pizza sia il simbolo culinario dell’Italia.