PALERMO – Era successo dopo la sconfitta in casa contro il Novara di Eugenio Corini con la vittoria a Carpi, è successo ieri ad Avellino dopo la disfatta casalinga di lunedì sera contro il Cittadella: il Palermo è tornato a vincere con merito e sacrificio.
Ma la vittoria di ieri pomeriggio ha ancora più valore perché conquistata da grande squadra che sa reagire davanti alle disavventure e imporre con determinazione la propria supremazia.
E cosa è stata se non una disavventura il cartellino rosso sventolato dall’arbitro Nasca al 42° minuto del primo tempo davanti a Cionek dopo un fallo che probabilmente meritava il giallo, ma che sicuramente non meritava il rosso diretto. Invece, sullo 0 a 1, per effetto dell’autogol di Molina che aveva permesso ai rosa di passare in vantaggio al 36°, gli uomini di Tedino si sono visti costretti a giocare per più di un tempo in inferiorità numerica.
Ma il Palermo ieri aveva un’altra testa ed un altro fisico rispetto a quello scialbo e svogliato di lunedì sera, al punto che è riuscito in dieci contro undici a tenere a freno le sfuriate dei biancoverdi, che con dei cambi indovinati Novellino aveva reso pericolosi e aGgressivi, al punto di portarsi sullo 0 a 3. E conta poco nell’economia della partita il gol della bandiera dell’Avellino realizzato da Asensio all’81°.
La partita di ieri pomeriggio è il segnale di quanto Tedino debba lavorare sulla fase di impostazione del gioco. Quando il Palermo è chiamato a governare il gioco diventa prevedibile e vulnerabile. Non è un caso che i rosa siano imbattuti in trasferta ed abbiano collezionato tra le mura di casa le due uniche sconfitte della stagione. Fuori casa, infatti, possono praticare il gioco che preferiscono: difesa attenta e contropiede micidiale.
Bella sorpresa ieri la prestazione di Jajalo, mai visto così attivo e lucido sia in fase di contenimento, un vero argine davanti alla difesa, sia in fase propositiva: gran merito del terzo gol segnato da Nestorovski è dello sloveno, autore, dopo una bella discesa fino alla linea di fondo, di un passaggio per l’accorrente macedone che ha così raggiunto quota 10 nella classifica dei cannonieri.
Anche il rientrante Gnahorè è stato protagonista della partita, non solo per il secondo gol del Palermo segnato ad inizio ripresa, che ha fatto crescere l’autostima della squadra, ma anche per la prestazione ordinata e attenta che ha dato vigore e geometrie al centrocampo rosanero.
La vittoria permette la riconquista della vetta della classifica in attesa della partita che oggi vedrà di fronte ad ora di pranzo Bari e e Foggia e che potrebbe permettere ai “galletti”, in caso di vittoria, di scavalcare il Palermo.
Ma intanto la riacquistata dimensione di squadra consente agli uomini di Tedino di guardare al futuro con ottimismo e consapevolezza nei propri mezzi.
Prossimo obiettivo sarà ritrovare anche al Barbera la padronanza di gioco e la sicurezza difensiva sfoggiata in trasferta: l’occasione capiterà sabato 2 dicembre alle 18 contro il Venezia.