NICOLOSI – A distanza di due anni dall’efferato omicidio di Giordana Di Stefano a Nicolosi (Catania), la madre, Vera Squatrito, torna a parlare. Il tutto dopo la condanna definitiva dell’assassino, Luca Priolo, condannato a 30 anni di carcere.
Le parole di Vera, nonostante il tempo, sono ancora piene di dolore e rabbia. Questa volta non solo nei confronti del killer, ma anche di sua madre, Antonella. La stessa che, attraverso una lettera, dopo l’accaduto, dichiarò di “essere morta” insieme a Giordana e che, per lei, era morto anche il figlio.
Parole fino a oggi toccanti e piene di affetto, ma che crollano in seguito alle intercettazioni telefoniche e ambientali di Antonella con Luca. Ed è per questo che Vera ha deciso di uscire allo scoperto e di mostrare il suo disprezzo nei confronti della madre dell’ex fidanzato della figlia.
“Ho aspettato due anni per rispondere alla tua lettera, che non era affatto realmente finalizzata a manifestarmi il tuo dolore per la perdita di mia figlia, né per chiedere perdono per l’immondo gesto compiuto da tuo figlio, ma era solo uno stratagemma per ‘ripulirti’ agli occhi della comunità. Ho sempre saputo, infatti, che la tua lettera era solo un insieme di menzogne. Ho infatti aspettato due anni per poter utilizzare gli atti del processo che danno l’esatta percezione di chi tu sia e di chi sia tuo figlio. Ho aspettato due anni per poter utilizzare anzitutto le intercettazioni telefoniche a vostro carico, che riportano le vostre conversazioni in carcere e via sms”.
E, ancora, come si legge in un articolo di Selvaggia Lucarelli, Vera non arresta la sua ira: “… in quelle ore tu sapevi già non solo cosa aveva fatto tuo figlio, ma anche dove si trovava, dato che era lui stesso a comunicartelo con un sms, che tu però non rendevi noto ai carabinieri: ‘Mamma sono Luca sto uscendo dall’Italia ho bisogno del tuo aiuto economico nella postepay perché sono in mezzo ad una strada, non ho più il tel. mi farò vivo io al più presto. La tua auto si trova alla stazione di Messina, mi farò vivo io non abbandonarmi. Questo è il numero di un ragazzo che ho incontrato a presto… Anche tuo figlio Nicolò ne era al corrente, già quando si trovava presso la stazione dei carabinieri di Belpasso, ove, incurante del fatto che i carabinieri stessero cercando di rintracciare il fratello, comunicava ai suoi amici la destinazione finale di tuo figlio: Svizzera”.
La lettera contiene anche altri dettagli sulle conversazioni di Antonella avuti con Luca, così come altri pensieri (detti e non detti) della Stessa Vera, che conclude in modo “agghiacciante”: “Da mamma di una ragazza uccisa alla mamma dell’assassino. Vera Squatrito”.