PALERMO – Ha incantato i lettori per vent’anni e adesso “Cacciatori di notte“, questo romanzo a metà strada tra il noir e il giallo edito da Corrimano, arricchito da riferimenti a quelle che sono le superstizioni e le leggende locali, promette di regalare nuove emozioni a chi ancora non abbia avuto l’occasione di sfogliarlo.
Siamo ad Anzio, provincia di Roma, fine anni ’90.
Il protagonista maschile, alter ego dell’autore, sta viaggiando in treno diretto, appunto, ad Anzio per riscuotere l’eredità lasciatagli da un’anziana zia. Caso vuole però che egli incontri nello scompartimento del treno su cui sta viaggiando, un cacciatore di licantropi che comincia a raccontargli una serie di misteriosi omicidi compiuti circa trent’anni prima in quella stessa cittadina, ad opera di un fantomatico ‘licantropo’ che, col sorgere della luna piena seminerebbe morte e distruzione senza che nessuno possa far niente per fermarlo.
Il cacciatore, proseguendo nel suo racconto, afferma inoltre di aver aiutato il maresciallo nel corso delle indagini e di essere ad un punto di svolta. Tre, infatti, sono i principali sospettati: un venditore ambulante, un pittore di anamorfosi e il proprietario di un chiosco di bibite con fama di seduttore. Ma poco prima che le indagini sembrino chiuse definitivamente, avviene un nuovo omicidio che sembra far crollare tutte le ipotesi finora elaborate.