Un siciliano su 4 lascia gli studi precocemente: strutture inadeguate e scarsi stimoli

Un siciliano su 4 lascia gli studi precocemente: strutture inadeguate e scarsi stimoli

PALERMO – Statistica negativa per la Sicilia. Le cifre dicono che un siciliano su quattro lascia gli studi precocemente con il 23,5% su un tasso nazionale del 13,8%, dati contenuti nell’VIII Atlante dell’infanzia a rischio “Lettera alla scuola” di Save the Children.

L’isola segue solo la Calabria per minori in povertà relativa (42%), in un’Italia in cui le famiglie con minori in povertà assoluta in dieci anni sono quintuplicate e che si trova a fare i conti con una popolazione sempre più vecchia. Si parla di 165 anziani ogni 100 bambini e, in particolare, in Sicilia le province dove si registrano picchi più alti sono: Messina, Enna e Trapani, rispettivamente con 177,4, 172,1 e 167,6.

Tra le cause, vi è il fatto che spesso gli alunni e gli studenti non trovano nella scuola gli stimoli adatti per affrontare le sfide di oggi. Importanti per la cresciuta dello studente sono, sicuramente, i laboratori, che aumenterebbero l’interesse dei giovani. Ma anche a livello nazionale le strutture sono inadeguate, se si pensa, infatti, che oltre 4 istituti su 10 non ne sono dotati a sufficienza.

In Sicilia, però, precisamente nelle province di Catania, Palermo e Ragusa oltre la metà delle scuole secondarie di primo grado non presentano, infatti, una buona dotazione di laboratori e ambienti di apprendimento per sperimentare nuove attività didattiche.

I numeri parlano chiaro: l’isola si piazza al primo posto per tasso di abbandono nelle scuole secondarie di primo grado e, invece, sul gradino più basso del podio per l’abbandono nelle scuole secondarie di secondo grado, dopo Sardegna e Campania.