ADRANO – “Era una magia! I ‘morti’ che portavano i doni, era come se fosse una magia”. Lo dice quella che una sessantina d’anni fa era una bambina. “Babbo Natale non veniva a casa mia, – racconta ‘l’ex bimba’ -, ma i nonni che non c’erano più, oh! I nonni portavano ciò che desideravo di più ma che i miei genitori non mi compravano. Tuttavia li vedevo scambiarsi occhiate d’intesa”.
Questa che vi stiamo raccontando è la storia di una bambina nata negli anni ’50 la cui famiglia non faceva ‘atterrare la slitta di Babbo Natale’ sul proprio tetto, ma per la notte del 24 dicembre e per il 25, la tradizione era quella di mangiare in famiglia e andare in chiesa. Tuttavia erano i defunti a portare i doni ai piccoli di casa.
“La tradizione era sempre quella e si riperpetrava nel tempo – continua la sessantacinquenne – la notte arrivavano i doni e il giorno si andava al cimitero a trovare i cari defunti, poi si tornava a casa e giocavo con mia sorella e i cugini coi nuovi giocattoli, ho già detto che ricevevo sempre delle cose meravigliose? Mentre gli adulti preparavano il pranzo”.
“Certo, ormai, non esistono più i giochi di una volta, noi bambini eravamo felici con giocattoli semplici – riflette la donna -, erano giocattoli che stimolavano il gioco di gruppo o la mente. Una volta ricevetti una cartella per la scuola, azzurra, e non vedevo l’ora di andare a scuola ogni giorno, mi svegliavo prestissimo e mi preparavo di buona lena, al giorno d’oggi i bambini spesso a quell’età sono già davanti uno smartphone”.
Ma la tradizione è rimasta nel tempo? Il signore di rosso vestito è finalmente arrivato nella famiglia della ormai cresciuta bambina?
“Mi sarebbe piaciuto riproporre questa tradizione con le mie figlie ma poi è arrivata la moda di Babbo Natale, non era una tradizione della mia famiglia ma ho voluto adottarla. Perché non ho deciso di fare regali sia per ‘i morti’ che per Natale? Per non viziarle troppo”.