Morte Mimmo Crisafulli, parla il padre: “La polizia insabbia la verità”

Morte Mimmo Crisafulli, parla il padre: “La polizia insabbia la verità”

CATANIA – “Un padre non può seppellire un figlio“. Non si rassegna Pietro Crisafulli, papà di Mimmo, il giovane morto sul colpo in un terribile incidente stradale la notte del 6 marzo scorso, all’incrocio tra via De Logu e via Del Bosco, a Catania.

“Sono trascorsi esattamente sette mesi, quando venne ucciso mio figlio Mimmo da una donna (…) di 40 anni, che a bordo di una vecchia smart nera, non rispettando il doppio stop lo uccideva sul colpo. Sette lunghi mesi – scrive Crisafulli sul suo profilo Facebooked ancora non abbiamo avuto un briciolo di giustizia”.

Pietro Crisafulli è fratello di Salvatore, l’uomo che l’11 settembre 2003 ebbe un incidente stradale e rimase in stato di coma vegetativo permanente. Salvatore dopo diversi anni si risvegliò e nonostante i medici di mezza Europa lo ritenessero incosciente capiva e sentiva tutto. La storia di Salvatore pubblicata nel libro “Con gli occhi sbarrati” è stata di recente raccontata nella pellicola cinematografica “La voce negli occhi“, prodotto e diretto dallo stesso Crisafulli, già proiettata alla camera dei deputati, vincitrice del XVIII festival internazionale di Lenola “Inventa un film” come miglior film “messaggio importante” lo scorso mese di agosto. Di recente la proiezione ha riscosso un grande successo a New York.

Addirittura la Polizia Municipale, che tra l’altro non era presente al momento dell’incidente, con un vergognoso rapporto depositato nei giorni scorsi alla Procura di Catania che lo ritengo molto offensivo ed in difesa dell’assassina, omette tante verità, che mi stanno facendo andare fuori di testa. Ho capito – continua Crisafulli – che sicuramente aiutano i vivi e non i morti. La relazione della Polizia Municipale è assolutamente di parte. Questi signori non sono esperti che possano stabilire con certezza la velocità di mio figlio, addirittura attestando ed omettendo fatti reali“.

Questo indica che noi non avremmo mai giustizia, – ha aggiunto Pietro Crisafulli – adesso salta fuori un video, e abbiamo chiesto copia. Credetemi ma sto uscendo fuori di testa. Omettono di dire che mio figlio indossasse il casco. Omettono di spiegare meglio che l’assassina era uscita da una stradina con due stop. Omettono negli atti di rilievo di la versione fornita da questa criminale. Omettono di scrivere che quella maledetta strada è illegale, che c’erano delle auto parcheggiate sulla via Del Bosco. È palese che la Polizia Municipale copre il Comune“.

Pietro Crisafulli ha concluso annunciando che si recherà in Procura per parlare con il magistrato incaricato, per chiedergli cosa ne pensa di tutta questa situazione e cosa ne pensasse se lui fosse stato al suo posto. “Cosa pensa il magistrato se io, un giorno, perdessi la testa dato che in Italia la giustizia non esiste?”.

La nostra redazione, per una questione di lealtà tra le parti che l’ha sempre contraddistinta, ha tentato di contattare, vanamente, la polizia municipale per una replica che, si spera, potrà arrivare nelle prossime ore.