Aggressioni omofobe, presidente Arcigay: “Dite quello che siete e vivete la vostra vita”

Aggressioni omofobe, presidente Arcigay: “Dite quello che siete e vivete la vostra vita”

CATANIA – La scorsa settimana a Roma, Sebastiano Riso, regista catanese del film “Una Famiglia”, è stato aggredito nell’androne della sua abitazione da due uomini solo perché omosessuale. Questo episodio fa capire come la società di oggi non è ancora cambiata ed è rimasta ferma alle “tradizioni”.

È un problema culturale afferma il presidente dell’associazione Arcigay di Catana, Dottor Giovanni Calogero -. In particolare, le famiglie di alcuni ragazzi sono composte da persone di una certa età che sono culturalmente già formate“. L’unico modo per far cambiare idea è attraverso “manifestazioni, campagne mirate e manifestazioni pride per spiegare alle persone che non c’è niente di pericoloso o di strano e che i propri amici, parenti o figli sono persone come tutte le altre“.

L’aggressione che ha visto come vittima il regista catanese Riso non è il primo caso. Tuttavia, non tutti lo denunciano. L’Arcigay di Catania, in proposito, ci ha fatto notare che le chiamate ricevute da ragazzi o ragazze, spesso giovanissimi, che chiedono aiuto dopo un’aggressione, sono solo 3/4 all’anno (prevalentemente maschi). Dato positivo è quello di quest’anno: zero chiamate per aggressione.

Ma cosa si può fare per aiutare questi ragazzi? L’Arcigay di Catania offre uno sportello legale, l’assistenza psicologica, un servizio di call helping, un centro ascolto e un sostegno materiale quando i giovani vengono cacciati di casa e non hanno un rifugio o qualcuno a cui affidarsi.

Tre anni fa abbiamo soccorso un giovane 20enne di Bagheria, a Palermo – racconta il presidente dottor Calogero – che dopo aver rivelato ai genitori di essere gay è stato picchiato e sequestrato in casa per tre settimane“.

Per lui, un’unica soluzione: scappare. Una sera di agosto, prese alcune cose, scivolò fuori dal balcone e con lo zaino in spalla attraversò di notte le campagne. Il mattino seguente decise di prendere il treno e raggiungere Catania, dove trovò sostegno e aiuto. Arcigay lo accolse e gli diede un lavoro. Dopo un anno, il ragazzo ebbe il coraggio di tornare dalla famiglia e riallacciare il rapporto.

È una storia di paura e sconcerto ma che potrebbe dare nuove speranze a persone che hanno paura e si nascondono ancora dietro menzogne e falsi sorrisi.

Dite quello che siete e vivete la vostra vita senza paura, perché vincendo la paura si riescono a vincere anche le discriminazioni “, afferma il presidente di Arcigay Catania.

Dei passi avanti sembrano esserci anche in politica. È stata presentata una proposta di legge che prevede l’estensione delle aggravanti previste dalla legge Mancino-Reale, per i reati a sfondo omofobico. Tuttavia questa “giace sepolta alla Camera da molti anni“.

La Sicilia però non si ferma qui. L’Arcigay di Catania, Ragusa e Siracusa, infatti, hanno proposto un questionario da sottoporre a tutti i candidati delle elezioni regionali dove si chiede come la pensano e cosa credono di poter fare per approvare la precedente proposta di legge. I riscontri verranno poi pubblicati il 31 ottobre dall’associazione.